Ora, con l'arresto deciso dal tribunale militare di Blida, s'è forse conclusa la storia pubblica di Hassan, che per anni ha incarnato l'intransigenza e la spietatezza dello Stato nell'azione di contrasto di un terrorismo sempre ammantato di integralismo islamico.
Le accuse ufficialmente mosse ad Hassan (secondo quanto riferito in un servizio esclusivo del quotidiano el Watan) sono quelle di insubordinazione; creazione di una 'organizzazione armata'; controllo e manipolazione di informazioni; detenzione di armi da fuoco. Accuse che potrebbero essere punite anche con la pena con la condanna a morte.
Il tutto legato ad un ancora oscuro episodio che risale all'inizio dello scorso anno - pochi mesi prima dell'andata in pensione dell'alto ufficiale, sorte toccata anche a molti dei suoi più stretti collaboratori, costretti a dismettere la divisa dalla sera alla mattina -, quando le forze di sicurezza algerine sventarono, al confine con il Mali, una incursione di miliziani islamici e misero a segno il sequestro di un ingente quantitativo di armi.
Ufficialmente un successo per Esercito e Direction de la sécurité intérieure (l'antispionaggio interno), ma che di fatto aprì un conflitto sotterraneo tra uomini in divisa, conclusosi con il pensionamento in fretta e furia di Hassan, con l'enorme vuoto determinatosi in seno alle forze di sicurezza. Un prezzo alto, ma apparentemente pagato volentieri per restituire alle Istituzioni il totale controllo delle forze di sicurezza.
In attesa che, davanti ad un tribunale militare, la vicenda venga chiarita in ogni suo aspetto, in Algeria si sta cercando di comprendere non tanto quel che è accaduto, quanto a cosa miri. La giubilazione di Hassan non è stato un fatto isolato, perchè la stessa sorte hanno subito molti alti ufficiali, anche giovanissimi per l'incarico che ricoprivano (45 anni), mentre altri, ben oltre la soglia degli 80 anni, sono ancora saldamente in sella. Quel che qualcuno ipotizza (e che potrebbe essere molto vicino alal realtà) è che l'arresto di Hassan sia solo un capitolo della lotta che l'entourage del presidente Bouteflika, blindatissimo nel palazzo di Mouradia, ha scatenato per fare piazza pulita di tutti gli avversari, attuali e futuri. Magari con un occhio alle prossime elezioni presidenziali, che potrebbero essere ben più vicine di quella che è la scadenza naturale. (ANSAmed).
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