Il priore ha ricordato che era stato "prelevato il 21 maggio dal monastero di Mar Elian da alcune persone armate che mi hanno catturato insieme a un altro giovane. Erano di un gruppo del Daesh, cioè l'Isis, proveniente dalla città di Al Qariatayn. Per i primi quattro giorni siamo rimasti sulle montagne, chiusi in una macchina del monastero su cui ci avevano portato via. Poi siamo stati condotti a Raqqa e laggiù siamo stati tre mesi in una prigione vicino alla città. Finché l'11 agosto siamo stati condotti nei pressi di Palmira, dove sono prigionieri altri 250 cristiani della città di Al Qariatayn".
Padre Murad ha rivelato, inoltre, alcuni dettagli della sua liberazione: "Mi sono camuffato per lasciare Al Qariatayn e sono fuggito su una moto con l'aiuto di un amico musulmano. Ma adesso sto lavorando con un prete ortodosso e altri amici beduini e musulmani per far uscire gli altri 200 cristiani ancora prigionieri. Proprio oggi, ad esempio sono potuti scappare altri 40 cristiani". "Voglio ringraziare tutti quelli che - ha concluso padre Mourad - hanno pregato per la mia liberazione. E' un miracolo che un prete sia stato liberato dalle mani dell'Isis". (ANSAmed).
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