ROMA - L'adesione al sistema di accoglienza Sprar "non è obbligatoria per i comuni, il sistema è volontario, e se adottato scatta la clausola di salvaguardia: nessun prefetto può utilizzare una struttura pubblica o privata per aprire un Centro per l'accoglienza straordinaria (Cas) in quel comune". Lo riferisce il presidente dell'Associazione nazionale comuni italiani Anci Antonio Decaro in audizione al Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen della Camera a Roma. "Se un comune rispetta una percentuale di quote per abitante, nessun prefetto può portare ulteriori migranti in quella comunità". Queste quote sono ripartite su base demografica: "I comuni fino a 2mila abitanti possono accogliere fino a 6 migranti, per le città metropolitane sono 2 ogni mille abitanti, la differenza viene distribuita sui restanti comuni su una percentuale di circa 3 per mille abitanti" spiega Decaro.
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