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Unicef, 24.600 bambini bloccati in Grecia, Bulgaria,Ungheria

In tutto 75mila persone, la maggior parte richiedenti asilo

04 maggio 2017, 15:36

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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ROMA - Circa 75.000 rifugiati e migranti, compresi 24.600 bambini, attualmente bloccati in Grecia, Bulgaria, Ungheria e nei Balcani Occidentali sono a rischio di stress psicosociale in quanto vivono in un prolungato stato di incertezza. Nonostante infatti abbiano diritto a riunirsi alle famiglie nei paesi di destinazione in Europa Occidentale, la maggior parte dei loro non sa se o quando gli sarà consentito di proseguire il viaggio. Lo denuncia l'Unicef.
La situazione è particolarmente grave per le madri sole e i bambini bloccati in Grecia o nei Balcani: in molti casi, gli uomini adulti sono i primi membri delle famiglie a intraprendere il viaggio verso l'Europa, mentre il resto della famiglia li segue dopo. Ma con la chiusura dei confini nel 2016 e l'implementazione della Dichiarazione Ue-Turchia, altri membri delle famiglie sono trattenuti nei paesi di transito dove devono presentare richiesta per la riunificazione familiare con i loro cari. Un processo che generalmente richiede tra i 10 mesi a 2 anni di tempo. La maggior parte delle richieste di riunificazione familiare, rende noto l'Unicef, provengono dai bambini e da altri membri separati dalle famiglie bloccati in Grecia, ma a causa del carico di lavoro e del coinvolgimento di almeno due Stati Membri dell'Unione Europea, il processo può essere lento e articolato. Nel 2016, circa 5.000 richieste di riunificazione familiare, di cui 700 da parte di bambini separati e non accompagnati, sono state presentate dalla Grecia, ma solo 1.107 richiedenti hanno raggiunto il loro paese di destinazione entro la fine dell'anno. (ANSAmed) Sale numero migranti e rifugiati bloccati. Nel frattempo il numero di rifugiati e migranti bloccati in Grecia, Ungheria e Balcani Occidentali continua ad aumentare - con un incremento nell'ultimo anno di circa il 60% da 47.000 di marzo 2016 a 80.000 alla fine di aprile. "Tenere le famiglie insieme è il modo migliore per assicurare che i bambini siano protetti e rappresenta anche il motivo per cui il processo di riunificazione familiare per i bambini rifugiati e migranti è così importante. Dato che il numero di tutte le persone bloccate continua a crescere, gli Stati Membri devono considerare prioritario alleggerire i nodi procedurali in modo che le famiglie possano riunirsi prima possibile" ha detto Afshan Khan, Direttore Regionale e Coordinatore speciale per la Crisi Rifugiati e Migranti in Europa dell'Unicef

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