L'attività era quotidiana e in ogni viaggio, di 10 minuti al massimo sui mezzi veloci, venivano trasportati su ogni moto due persone, che pagavano dai 5 ai 6mila euro a testa per il tragitto. Secondo quanto emerso dalle indagini, in genere la metà era pagata dai migranti alla partenza e il resto dopo l'arrivo sulla terraferma. Una volta vicini alla riva delle coste di Cadice e Malaga, i migranti venivano sbarcati in mare, a ridosso di scogliere, da dove raggiungevano le spiagge per confondersi con i bagnanti sul bagnasciuga. Il gruppo di trafficanti aveva base a Ceuta, l'enclave spagnola in Marocco, dove è stata avviata l'inchiesta. I viaggi dell'organizzazione dedicata al traffico avevano come meta di arrivo anche il porto di Algesiras, in provincia di Cadice. Qui, una volta sbarcati, i migranti clandestini erano trasferiti in abitazioni dove restavano rinchiusi varie ore, o anche un'intera notte, prima di saldare il debito con l'organizzazione e poter ritrovare la libertà. La rete, secondo quanto è emerso dalle indagini, era articolata e bene organizzata, con sentinelle lungo il percorso, con il compito di vigilare i migranti per impedire loro di allontanarsi prima di aver saldato il debito con l'organizzazione. Tre dei cinque arrestati sono stati bloccati dagli agenti ad Algesiras, due a Cadice. Il magistrato che coordina l'inchiesta ha spiccato altri due ordini di cattura nei confronti di altri due presunti membri dell'organizzazione, tuttora ricercati. (ANSAmed).
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