TEL AVIV - Uno sciopero della fame ad oltranza contro le prossime espulsioni da Israele è stato indetto ieri da oltre 700 migranti eritrei internati nel campo di accoglienza di Holot, nel Neghev. La protesta, spiegano attivisti sociali, è scattata quando sette di loro si sono visti costretti a scegliere se accettare di trasferirsi "in un Paese terzo" (probabilmente il Ruanda, ndr) con alcuni incentivi economici oppure essere reclusi nel vicino carcere di Saharonim.
I sette si sono rifiutati di lasciare Israele spiegando, secondo gli attivisti, che "è meglio la prigione qua, che la morte in Africa".
In base alle decisioni del governo, il campo di Holot è destinato ad essere chiuso nelle prossime settimane. Entro la fine di marzo, migliaia di migranti africani dovranno scegliere se lasciare Israele oppure essere chiusi in prigione a tempo indeterminato. In Israele risiedono oltre 37 mila migranti sudanesi ed eritrei. Sabato a Tel Aviv avrà luogo una manifestazione di protesta contro la loro espulsione.
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