(ANSAmed) - ROMA, 22 GIU - Il grande giorno è ormai alle
porte. Domenica per la prima volta nella storia dell'Arabia
Saudita, le donne potranno mettersi alla guida di un veicolo,
mezzi pesanti e moto inclusi. Una svolta storica, annunciata lo
scorso settembre nell'ambito dell'ambizioso programma di riforme
sociali e economiche promosso dal principe ereditario Mohammed
bin Salman (MbS) per modernizzare il Regno, che stride però con
l'ultima ondata di arresti che tra maggio e giugno hanno colpito
diverse attiviste da anni impegnate nella tutela dei diritti
delle donne.
Fermate per avere "attentato alla sicurezza del Regno" e
sottoposte alla pubblica gogna da alcuni media vicini al potere
che dopo il loro arresto ne hanno pubblicato le foto
contrassegnandole con la scritta "traditrici". Un comportamento,
quello delle autorità saudite, definito dalla direttrice di
Amnesty International Medio Oriente Samah Hadid
"contraddittorio", in un Paese in cui il "clima di intimidazione
appare evidente". Secondo alcuni osservatori locali, invece, si
tratterebbe di un modo per calmare il potente establishment
religioso, contrario a qualsiasi forma di liberalizzazione e di
apertura nei confronti delle donne, ritenute addirittura non
dotate dell'intelligenza necessaria per guidare.
Intanto le donne saudite si attrezzano. In molte hanno
postato la propria foto sui social network con in mano la
patente nuova di zecca - le prime sono state rilasciate il 4
giugno scorso - mentre altre, con il pallino delle due ruote,
scelgono di allenarsi sul circuito motociclistico del Bikers
Skills Institute di Riad. (ANSAmed).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA