"Dal primo gennaio di quest'anno a oggi si registrano già 1.565 vittime nel Mediterraneo, molti sono bambini, rispetto ai 2.564 dello stesso periodo del 2017. Va però sottolineato come questo calo (-39%) sia di gran lunga inferiore rispetto a quello registrato nel medesimo arco di tempo nel numero degli sbarchi (-80%: da 99.000 a 20.000 nel periodo primo gennaio-31 agosto).
Questo vuol dire che i viaggi della disperazione nel Mediterraneo sono diventati più pericolosi che mai", prosegue.
"Se, secondo i dati a nostra disposizione, quasi 1/5 delle persone che sbarcano sono minorenni, dobbiamo presumere che sia in proporzione anche il numero delle vittime. Questo ultimo naufragio altro non è che parte di un fenomeno più vasto ed estremamente allarmante, che vede centinaia di bambini e ragazzi fra le vittime, su cui sta calando un colpevole silenzio. Anche se non li vediamo più sbarcare numerosi come prima, migliaia di esseri umani, fra cui tanti, troppi bambini, continuano a morire nelle nostre acque. E' inaccettabile", conclude Iacomini.
(ANSAmed).
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