(ANSAMed) - ROMA - "La traversata del deserto" di Marinette
Pendola, pubblicato da Arkadia, svela una pagina della
migrazione italiana in Tunisia poco conosciuta: il ritorno nella
patria degli avi di tanti italiani nati e cresciuti in Tunisia
avvenuto negli anni '60.
Marinette Pendola è nata a Tunisi da genitori di origine
siciliana. La sua famiglia si trovava in terra maghrebina dalla
fine dell'Ottocento, dall'epoca della grande ondata migratoria
italiana verso la Tunisia che e' proseguita fino agli anni '50,
prima dell'indipendenza tunisina dalla Francia del 20 marzo
1956.
L'autrice, che oggi vive a Bologna dove insegna lingua e
letteratura francese nelle scuole superiori, aveva gia'
raccontato questa pagina di storia del Mediterraneo in un altro
libro autobiografico, "La riva lontana" (Sellerio, 2000), in cui
ripercorre l'infanzia tunisina nel periodo coloniale. In "la
traversata del deserto" narra, invece, il ritorno in Italia di
molti figli di migranti italiani, attraverso le voci dei
componenti di un'intera famiglia, nonni, genitori, bambini.
Era il 1962 e, come molti italiani, anche la famiglia di
Marinette Pendola fu costretta a lasciare Tunisi in seguito
all'emanazione di una legge sulla manodopera, attuata per
sostituire quella europea con quella locale, e della legge sulla
nazionalizzazione delle terre agricole, con la quale il governo
tunisino esproprio' le terre di proprietà degli stranieri.
Privati di proprietà e risorse economiche, gli italiani
affrontarono duri e lunghi viaggi via mare per arrivare in
Italia, per loro "un paese straniero".
Pendola racconta la traversata in nave nel Mediterraneo in cui i
protagonisti, stretti ai loro oggetti cari, si sentivano in un
limbo. "Adesso non siamo né qua né là. Stiamo navigando nel
nulla. Stiamo attraversando il deserto" dice uno di loro prima
di arrivare in un campo profughi di Napoli e spostarsi poi nel
campo delle Fraschette di Alatri, in provincia di Frosinone. Un
libro di ricordi e aneddoti che porta alla mente le esperienze
di viaggi dei migranti di oggi, seppur con molte differenze e un
epilogo diverso della storia. La famiglia Pendola riesce a
trasferirsi presto nella Bologna del boom economico e piano
piano, sacrificio dopo sacrificio, costruisce presto una nuova
vita. (ANSAmed).
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