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MO: Viggo Mortensen a Ramallah con il film 'Loin des Hommes'

Racconta rivolta algerini contro stato coloniale francese

23 novembre 2015, 16:27

Redazione ANSA

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Una scena del film 'Loin des hommes ' di David Oelhoffen, con Reda Kateb (s) e Viggo Mortensen (d) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una scena del film  'Loin des hommes ' di David Oelhoffen, con Reda Kateb (s) e Viggo Mortensen (d) -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Una scena del film 'Loin des hommes ' di David Oelhoffen, con Reda Kateb (s) e Viggo Mortensen (d) - RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Michele Monni)

RAMALLAH - Dalla Terra di Mezzo del Signore degli Anelli ai Territori occupati palestinesi: Viggo Mortensen, star internazionale di origine danese, è arrivato in Cisgiordania per promuovere Loin des Hommes (Lontano dagli uomini), pellicola presentata nel 2014 al Festival del Cinema di Venezia e ispirata a "L'Ospite", un racconto breve del maitre a penser dell'esistenzialismo francese Albert Camus. La storia si sviluppa tra le montagne dell'Atlas algerino, dove un "pied noir", Daru (interpretato da Mortensen), francese di nazionalità, ma algerino di nascita, lavora come maestro di scuola insegnando a leggere ai bambini di un vicino villaggio. È il 1954, la rivolta algerina contro lo stato coloniale francese è già divampata e Daru si ritrova alle prese con un dilemma. Gli è stato affidato un pastore che dovrebbe consegnare alle autorità perché accusato dell'omicidio del cugino: se non lo farà, i parenti della vittima inizieranno una faida contro la famiglia di Mohammed (interpretato magistralmente da Reda Kateb), il quale riluttante accetta però fieramente il suo destino. Inizia così un viaggio in cui i due protagonisti cominceranno a conoscersi e si confronteranno sull'etica della scelta: il sacrificio personale o la morte delle persone amate. Durante il "voyage", i due incontreranno altri pied noir e gli ex compagni d'arme algerini - adesso ribelli - di Daru, che avevano partecipato alla disastrosa campagna d'Italia durante la Seconda guerra mondiale. Ma c'è anche l'incontro con i soldati francesi responsabili di crimini di guerra coi quali Daru esprimerà il suo disappunto e attraverso i quali deciderà di tagliare definitivamente il cordone ombelicale della sua francesita', per abbracciare un concetto di umanità allargata e non legata all'etnia. Incontri che faranno cambiare le loro prospettive e la loro idea di relazione con gli esseri umani. Il vero protagonista del film è pero il deserto montagnoso dell'Atlas che, oltre a dare un'aurea malinconica e introspettiva alla pellicola, funge da metafisico western, dove la lotta con il duro paesaggio esteriore, riflette la desolazione spirituale nella quale nasce la scelta dei due protagonisti.

"Mi sono ispirato ai Western degli anni cinquanta, alla costante lotta tra l'uomo e gli elementi, ma anche alla continua battaglia morale che essi affrontano in un territorio ostile", ha detto al termine della proiezione di Ramallah il regista David Oelhoffen (figlio di un pied noir) accompagnato da Mortensen. La ricezione del pubblico palestinese è stata buona, anche se qualcuno, tracciando un parallelo tra il progetto coloniale francese in Algeria e la politica delle colonie intrapresa da Israele, ha sottolineato che la rappresentazione del "colono" Daru e di Mohammed, sia troppo "orientalistica", ovvero rappresenti l'innata superiorità dell'uomo bianco sul "bon sauvage" locale. Lo stesso Mortensen, che nel film recita in francese e in arabo, ha cercato di confutare questo tipo di critiche definendo la relazione tra i due protagonisti come "un percorso di formazione nel quale i due uomini, non solo diventano amici, ma allo stesso tempo accettano la loro essenziale umanità, abbracciando il loro incerto destino a testa alta".

Il film è stato presentato all'interno del 'Festival du Film Franco-Arabe' organizzato dall'istituto di cultura francese di Ramallah e verrà mostrato, insieme alle altre pellicole del festival, in tutte le principali città palestinesi.(ANSAmed).

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