MILANO - Vi sarà anche un focus dedicato ai diritti violati di migranti e rifugiati, con la sezione 'Diritti umani oggi', nella 24/a edizione di 'Sguardi Altrove International Film Festival', la rassegna su cinema e linguaggi artistici al femminile in programma dal 12 al 19 marzo a Milano.
Nella sezione, non competitiva, compaiono due opere in anteprima internazionale: la produzione tedesca 'Lost children. 30.000 minor missing' di Chiara Sambuchi, sul fenomeno delle tratte dei minori migranti, e 'Portami via' di Marta Santamato Cosentino, che racconta il viaggio di una famiglia di siriani verso un nuovo inizio a Torino.
'Lost Children', che apre il festival il 12, riflette sul crescente fenomeno delle tratte dei minori che viaggiano da soli dal Medio Oriente e dall'Africa fino all'Europa: secondo le autorità - si legge sul sito del Festival - dei 200.000 minori giunti in Europa dal 2014, 30.000 sembrano semplicemente svaniti lungo la strada. E la regista ne segue le tracce tra Italia, Germania, Inghilterra, Francia e gli uffici ovattati della Ue.
In chiusura di Festival, il 19 marzo, sarà la volta della giovane regista (che vive tra Milano e Beirut) Marta Santamato Cosentino, con il suo 'Portami Via': il ritratto intimo della metamorfosi di Jamal e della sua famiglia siriana, dal carcere e dalle torture degli uomini di Assad ad un nuovo inizio a Torino, grazie al progetto-pilota del terzo settore italiano (Comunità di Sant'Egidio, Chiesa Valdese e Federazione Chiese Evangeliche) dei "corridoi umanitari": il primo nel suo genere in Europa, che apre vie di accesso legali e sicure per i richiedenti asilo.
"Lungo le drammatiche rotte dei migranti, scompare non solo l'innocenza ma anche ogni residua umanità - scrive Sergio Di Giorgi, curatore della sezione - anche se per lo più violati e martoriati, i corpi dei migranti diventano corpi proibiti. Il girone estremo è la 'giungla', dove, per definizione, non c'è posto per gli umani".
Fra le altre opere della sezione, il corto 'Borders' del regista sloveno Damjan Kozole: 'Remains from the Desert' del tedesco Sebastian Mez, centrato sugli eritrei che nella loro rotta verso Israele vengono rapiti e torturati, da bande di beduini del Sinai; 'Les Corps Interdits' del francese Jeremie Reichenbach, sui migranti in trappola nella "jungla" di Calais, per 18 mesi la più grande baraccopoli a cielo aperto d'Europa.
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