(ANSAmed) - HEBRON, 28 GEN - La cooperazione tra Italia e
Palestina nel campo dell'innovazione, nello sviluppo del settore
privato, nella protezione dell'ambiente e nei rapporti tra
universita'. Questo - con un occhio rivolto ad Expo 2015 a cui
partecipera' anche la Palestina - l'obiettivo dell''Italy Day'
organizzato oggi al Politecnico di Hebron dal Consolato generale
italiano a Gerusalemme e al quale hanno partecipato anche il
sindaco di Genova Marco Doria e rappresentanti dei comuni di
Milano e Torino. Un rapporto gia' stretto (60 interventi in 10
anni), come dimostra la realizzazione, attraverso il Programma
di cooperazione decentrata Ali della Colomba, gestito dal Maeci
con gli enti locali italiani, del progetto bandiera del
'Technopark', un parco tecnologico per fornire servizi moderni
alle industrie della città e servire da incubatore di Start-up,
accoppiato ad un sistema di trattamento delle acque e di energie
rinnovabili, in cui sono coinvolti tutte e tre i comuni
italiani. E che proseguira' a breve - come ha ricordato il
console generale Davide La Cecilia - con la costruzione di due
importanti strutture sanitarie a Dura e Hahlul nel circondario
di Hebron, da parte della Cooperazione Italiana. Nella citta'
palestinese al Politecnico l'Italia, insieme all'Unido
(l'organizzazione per lo sviluppo industriale dell'Onu), ha
creato un luogo di eccellenza in Palestina, il 'Centro per la
Pietra e il Marmo'. ''Una collaborazione - ha spiegato il
diplomatico - animata dai tradizionali sentimenti di amicizia,
trasparenza e sincerita' tra il popolo palestinese e quello
italiano''. Sul piano piu' generale La Cecilia - che ha
accennato anche alla difficile situazione a Gaza - ha ricordato
che la ''comunita' internazionale ha piena conoscenza che le
istituzioni palestinesi, al cui consolidamento stiamo lavorando,
sono ben posizionate per lo stabilimento di uno Stato''. Da
parte sua il sindaco Doria ha osservato che: ''ora e' necessario
riconoscere lo stato palestinese come spinta per il processo di
pace''. ''La mia presenza qui - ha aggiunto dopo aver
evidenziato l'importanza del Centro per la gestione delle acque
di Hebron - vuole indicare l'attenzione dell'Italia e delle sue
persone per i problemi e i diritti del popolo palestinese''. Del
resto la presenza italiana nella citta' palestinese - oltre a
quella, rilevante, dei Carabinieri che fanno parte della
'Temporary international presence in Hebron' (Tphi), forza
disarmata di controllo della situazione tra palestinesi e
israeliani - ultimamente si e' arricchita anche di un aspetto
sportivo: il tecnico Stefano Cusin, anch'egli presente
all'evento, e' diventato allenatore della squadra di calcio di
Hebron che si chiama 'Ali al Halil'. (ANSAmed).
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