Le due compagnie hanno presentato ricorso sostenendo che l'offerta cinese è un esempio di "dumping dei prezzi" e di concorrenza sleale dato che la Crbc è di proprietà pubblica ed, essendo registrata fuori dall'Unione europea, può usufruire di notevoli sussidi statali, proibiti in Europa.
Secondo i ricorsi la Crbc voleva a tutti i costi vincere il bando perché la vera motivazione è entrare nel mercato europeo. Secondo la stampa di Zagabria, da Bruxelles sarebbe stato indirettamente inviato un segnale negativo al governo croato, per aver scelto per un progetto di tali proporzioni, inoltre cofinanziato dai fondi europei, una azienda non europea. Oggi l'ambasciatore della Cina a Zagabria, Hu Zhaoming, in una conferenza stampa ha detto di "non essere sorpreso dai ricorsi", da lui definiti "privi di fondamento", ricordando che lo stesso governo croato aveva inizialmente stimato i costi del ponte a 240 milioni di euro, stima poi avvallata dall'Ue.
"I concorrenti della Crbc sapevano dall'inizio che si tratta di una ditta di proprietà statale, e non hanno mai obiettato a questa circostanza, fino ad ora", ha aggiunto l'ambasciatore. I ricorsi, secondo Hu, hanno una motivazione nascosta di natura "politica", dato che il bando è stato vinto da una società cinese. La controversia sarà risolta nei prossimi mesi dalle autorità competenti croate. I ricorsi hanno comunque per ora fermato la firma del contratto e ritardato di almeno un paio di mesi l'inizio dei lavori. (ANSAmed).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA