ROMA - "La consapevolezza delle crisi del Mediterraneo è evidente, ma c'è anche la possibilità di cogliere le opportunità di sviluppo, e l'energia è uno degli strumenti maggiori per tessere una trama che riporti un principio d'ordine nella nostra regione". Lo ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni aprendo stamane alla Farnesina la riunione dei ministri dell'Energia dell'Unione per il Mediterraneo (UpM).
Gentiloni ha ricordato alcune delle crisi che attraversano il Mediterraneo, "quella particolarmente drammatica in Siria, la minaccia terroristica, i flussi migratori che ancora non sono sotto controllo anche se qualcuno in Europa percepisce il contrario, dopo l'accordo di marzo con la Turchia". Allo stesso tempo, bisogna guardare "alle possibilità di cooperazione economica, in una regione, che va dal Medio Oriente, ai Balcani, al Nord Africa, con tassi di crescita medi del 4-5% l'anno, che per noi europei è un interlocutore di straordinaria rilevanza". L'energia, in questo senso, è uno strumento "cruciale di connessione".
"L'Italia è un modello di connessione", ha rilevato Gentiloni, ricordando le diverse strade già intraprese (il gasdotto Transmed con l'Algeria, il Green Stream con la Libia, gli elettrodotti con Grecia, Malta e Montenegro), ma "molto resta da fare in termini di cooperazione regionale tra i paesi dell'area". "Ci sono carte nuove da giocare, grazie ad esempio alle scoperte di giacimenti gas nel Mediterraneo orientale che permettono di immaginare economie di scala e infrastrutture comuni". E poi ancora la Transadriatic Pipeline per connettere tutti i Balcani, passando per la sfida delle rinnovabili in Africa. Tutti progetti che, ha sottolineato Gentiloni, avranno "una valenza economica, ma anche politica, perché costituiranno uno degli strumenti maggiori per tessere una trama che riporti un principio d'ordine nella nostra regione nei prossimi anni".
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