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Tunisia: martedì governo Essid all'esame del parlamento

formazione mista,tecnico-politica.Ennhadha non voterà fiducia

26 gennaio 2015, 14:30

Redazione ANSA

ANSACheck
(ANSAmed) - TUNISI, 26 GEN - Ha destato una certa sorpresa la composizione della squadra di governo annunciata venerdì scorso dal premier incaricato Habib Essid, che domani dovrà presentarsi davanti all'Assemblea dei rappresentanti del Popolo per incassare il previsto voto di fiducia. Si tratta di infatti di un governo composto da 24 ministri e 15 segretari di Stato, in cui è prevalso l'interesse nazionale rispetto agli interessi di parte, secondo le dichiarazioni dello stesso premier, al cui interno sono comprese personalità politiche e tecniche. E molti nomi risultano al più sconosciuti non solo al grande pubblico ma anche a molti addetti ai lavori. Il lavoro di settimane di concertazione con i partiti politici e le parti sociali ha portato il il premier incaricato a presentare una squadra, che si può definire un misto tra governo tecnico e politico, in cui ciò che conta è il messaggio di pragmatismo che si è voluto dare più che la qualità intrinseca dei singoli membri. Solo 11 su 24 ministri sono infatti politici tout-court, il resto proviene dal mondo delle professioni e della società civile, 9 in tutto le donne, tra cui 3 ministri. La parte del leone ovviamente spetta al partito vincitore delle ultime elezioni politiche ovvero Nidaa Tounes, con 7 ministri e poi l'Upl (Union Patriotique libre) con 3 ministri e infine il Front de Salut national con 1 ministro, ma risultano affidati ad indipendenti ministeri chiave come quello dell'Interno, Mohamed Nejim Gharshalli, quello della Difesa, Farhat Horchani, e della Giustizia, Mohamed Salah Ben Aissa. Una compagine che dunque ha anche scontentato alcuni partiti come Afek Tounes, ritiratosi dalle trattative con Essib poco prima della presentazione dei nomi al presidente della Repubblica, pare per incomprensioni sull'entità dei portafogli ministeriali ad esso assegnati, ed ovviamente l'islamico Ennadha del quale si vociferava un suo eventuale ingresso nel governo con qualche ministro, anche se gli osservatori più maliziosi vorrebbero proprio il nome del ministro dell'Interno essere stato ''suggerito'' dal partito islamico. Ad ogni modo la direzione di Ennhahda ha deciso di votare contro il governo formato da Essid domani in parlamento ''perché il paese ha bisogno di un governo di unione nazionale, per proseguire il processo di consenso e di cooperazione per la prossima tappa, per realizzare riforme vere e gli obiettivi della Rivoluzione'', recita un comunicato e questa formazione, secondo Ennhadha, non soddisfa questi requisiti. Qualcuno ha parlato di malumori addirittura all'interno di Nidaa Tounes per via del fatto che 3 ministri sarebbero anche parlamentari e ciò sarebbe in contrasto con quanto affermato da Essebsi in campagna elettorale sul divieto di cumulo di cariche, ma pare che la polemica sia stata superata ed il voto di Nidaa compatto. Matematicamente per incassare la fiducia occorrono 109 voti su 217 totali, facendo un rapido calcolo il premier incaricato Essid dovrebbe riuscire senza difficoltà raggiungere i 103-105 voti a favore, (86 di Nidaa più 16 di Nidaa ed altri) ne mancherebbero davvero una manciata per arrivare alla fiducia. L' "oracolo dei sondaggi" Hassen Zargouni della società Sigma Conseil prevede che il governo passerà anche se per poco e dello stesso parere è anche lo specialista di statistiche di Enrod Consulting, Nabil Belaam, che si dichiara ragionevolmente ottimista sul fatto che un governo di tal fatta è espressione di gran parte delle promesse elettorali di Beji caid Essebsi e Nidaa Tounes. Ma il beneficio del dubbio è un esercizio sempre legittimo a queste latitudini dove le sorprese, specie in politica, non mancano mai. Sono molte le sfide che attendono questo governo, a partire da quella economica e della sicurezza, con lo spettro costante della minaccia islamica che incombe sul paese. Se è vero che la Tunisia è riuscita a realizzare la cd. transizione democratica ora deve confrontarsi con quella economica e riuscire a concludere quelle riforme strutturali iniziate dal governo Jomaa che le permetteranno di uscire dalla crisi economica e rilanciare gli investimenti. (ANSAmed)

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