(ANSAmed) - TUNISI, 26 GEN - Ha destato una certa sorpresa la
composizione della squadra di governo annunciata venerdì scorso
dal premier incaricato Habib Essid, che domani dovrà presentarsi
davanti all'Assemblea dei rappresentanti del Popolo per
incassare il previsto voto di fiducia. Si tratta di infatti di
un governo composto da 24 ministri e 15 segretari di Stato, in
cui è prevalso l'interesse nazionale rispetto agli interessi di
parte, secondo le dichiarazioni dello stesso premier, al cui
interno sono comprese personalità politiche e tecniche. E molti
nomi risultano al più sconosciuti non solo al grande pubblico ma
anche a molti addetti ai lavori. Il lavoro di settimane di
concertazione con i partiti politici e le parti sociali ha
portato il il premier incaricato a presentare una squadra, che
si può definire un misto tra governo tecnico e politico, in cui
ciò che conta è il messaggio di pragmatismo che si è voluto dare
più che la qualità intrinseca dei singoli membri. Solo 11 su 24
ministri sono infatti politici tout-court, il resto proviene dal
mondo delle professioni e della società civile, 9 in tutto le
donne, tra cui 3 ministri. La parte del leone ovviamente spetta
al partito vincitore delle ultime elezioni politiche ovvero
Nidaa Tounes, con 7 ministri e poi l'Upl (Union Patriotique
libre) con 3 ministri e infine il Front de Salut national con 1
ministro, ma risultano affidati ad indipendenti ministeri chiave
come quello dell'Interno, Mohamed Nejim Gharshalli, quello della
Difesa, Farhat Horchani, e della Giustizia, Mohamed Salah Ben
Aissa. Una compagine che dunque ha anche scontentato alcuni
partiti come Afek Tounes, ritiratosi dalle trattative con Essib
poco prima della presentazione dei nomi al presidente della
Repubblica, pare per incomprensioni sull'entità dei portafogli
ministeriali ad esso assegnati, ed ovviamente l'islamico Ennadha
del quale si vociferava un suo eventuale ingresso nel governo
con qualche ministro, anche se gli osservatori più maliziosi
vorrebbero proprio il nome del ministro dell'Interno essere
stato ''suggerito'' dal partito islamico. Ad ogni modo la
direzione di Ennhahda ha deciso di votare contro il governo
formato da Essid domani in parlamento ''perché il paese ha
bisogno di un governo di unione nazionale, per proseguire il
processo di consenso e di cooperazione per la prossima tappa,
per realizzare riforme vere e gli obiettivi della Rivoluzione'',
recita un comunicato e questa formazione, secondo Ennhadha, non
soddisfa questi requisiti. Qualcuno ha parlato di malumori
addirittura all'interno di Nidaa Tounes per via del fatto che 3
ministri sarebbero anche parlamentari e ciò sarebbe in contrasto
con quanto affermato da Essebsi in campagna elettorale sul
divieto di cumulo di cariche, ma pare che la polemica sia stata
superata ed il voto di Nidaa compatto. Matematicamente per
incassare la fiducia occorrono 109 voti su 217 totali, facendo
un rapido calcolo il premier incaricato Essid dovrebbe riuscire
senza difficoltà raggiungere i 103-105 voti a favore, (86 di
Nidaa più 16 di Nidaa ed altri) ne mancherebbero davvero una
manciata per arrivare alla fiducia. L' "oracolo dei sondaggi"
Hassen Zargouni della società Sigma Conseil prevede che il
governo passerà anche se per poco e dello stesso parere è anche
lo specialista di statistiche di Enrod Consulting, Nabil Belaam,
che si dichiara ragionevolmente ottimista sul fatto che un
governo di tal fatta è espressione di gran parte delle promesse
elettorali di Beji caid Essebsi e Nidaa Tounes. Ma il beneficio
del dubbio è un esercizio sempre legittimo a queste latitudini
dove le sorprese, specie in politica, non mancano mai. Sono
molte le sfide che attendono questo governo, a partire da quella
economica e della sicurezza, con lo spettro costante della
minaccia islamica che incombe sul paese. Se è vero che la
Tunisia è riuscita a realizzare la cd. transizione democratica
ora deve confrontarsi con quella economica e riuscire a
concludere quelle riforme strutturali iniziate dal governo Jomaa
che le permetteranno di uscire dalla crisi economica e
rilanciare gli investimenti. (ANSAmed)
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