Critiche sono venute soprattutto dalla parte piu' conservatrice della società, ad esempio dagli imam per i quali la concessione del visto a Shams costituisce "un precedente pericoloso per la Tunisia che va a colpire gli insegnamenti islamici". Anche Rached Ghannouchi, leader del partito islamico Ennahda, seconda forza politica del Paese, sostiene che "si tratta di un provvedimento illegale che si pone contro la Costituzione che nel difendere le libertà non consente l'attività a questo genere di associazioni".
Sulla questione è dovuto intervenire il segretariato generale del governo per precisare che i servizi competenti hanno deciso di concedere il riconoscimento all'associazione dopo essersi assicurati che la stessa non ha alcuna pretesa di difendere o propagandare l'omosessualità, ma che i suoi obiettivi si limitano alla tutela delle minoranze a livello morale, materiale e psicologico, evitando peraltro anche i rischi di suicidio riscontrati tra i più giovani.
Altri obiettivi dell'associazione, dichiara il segretariato del governo tunisino, sono la lotta contro i rischi legati alla diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili, l'azione pacifica a favore dell'abolizione delle leggi discriminatorie contro le minoranze e la difesa dei diritti dell'uomo a vivere dignitosamente anche se appartenente a qualche minoranza.
(ANSAmed).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA