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Libia: ambasciatore a Roma, no ad ipotesi tripartizione Paese

Dopo indiscrezioni piano B. Blitz Isis a Sabrata, decapitate guardie

25 febbraio 2016, 09:49

Redazione ANSA

ANSACheck

Distruzione a Bengasi dopo settimane di combattimento per la ripresa, da parte dell 'esercito, della zona est della città © ANSA/AP

Distruzione a Bengasi dopo settimane di combattimento per la ripresa, da parte dell 'esercito, della zona est della città © ANSA/AP
Distruzione a Bengasi dopo settimane di combattimento per la ripresa, da parte dell 'esercito, della zona est della città © ANSA/AP

(ANSAmed) - ROMA - Un piano B per dividere la Libia in aree di 'protettorato' straniero se fallisse l'accordo su un nuovo governo? "Sarebbe come separare di nuovo la Germania con un muro. Nessuno lo accetterebbe": così l'ambasciatore libico in Italia, Ahmed Safar, incontrando i giornalisti alla Camera di Commercio italo-libica.

Il riferimento è ad alcune indiscrezioni di stampa secondo cui a Washington, Parigi, Londra e Roma si starebbe già lavorando ad un piano di azione alternativo per sconfiggere l'Isis, nel caso fallissero gli sforzi per far approvare il governo unitario sostenuto dall'Onu. Un "Piano B" secondo il quale si punterebbe non più sul Parlamento di Tobruk, di carattere 'laico', ma su quello di Tripoli, dominato da formazioni islamiste. E si prevederebbe al tempo stesso una divisione del Paese nelle tre regioni di Tripolitania, Cirenaica e Fezzan, come in epoca ottomana.

"La tripartizione della Libia appartiene al nostro passato - ha sottolineato il diplomatico -, è un'idea antica.

Solo i libici decideranno il proprio futuro. E vogliono un governo unito, democratico e liberale".

Per un vero e proprio intervento anti-Isis in Libia, la comunità internazionale attende formalmente di ricevere una richiesta ufficiale da un governo di unità nazionale. Governo che però ancora non esiste. Per l'ennesima volta, ieri, il parlamento basato a Tobruk ha rinviato il voto sull'esecutivo del premier incaricato Fayez al Sarraj, ufficialmente per mancanza del numero legale in aula. Una fumata nera che preoccupa l'inviato speciale ONu per la Libia Martin Kobler, visto che - ha sottolineato - gli eventi militari scavalcano quelli politici.

L'ambasciatore libico ha oggi anche detto di sperare "in un prossimo futuro di avere ottime notizie" sui quattro tecnici della Bonatti rapiti in Libia nel luglio scorso . "C'è molta collaborazione tra la parte italiana, l'Unità di crisi, e le autorità libiche per salvaguardare l'incolumità dei quattro", ha detto Safar. Ma il presidente della Camera di Commercio italo-libica, GianFranco Damiano, ha sottolineato che "è passato molto tempo. In altri casi la soluzione è arrivata in tempi più brevi". I dipendenti della Bonatti Gino Pollicardo, Fausto Piano, Filippo Calcagno e Salvatore Failla erano stati rapiti il 19 luglio mentre rientravano dalla Tunisia nella zona di Mellitah, a 60 chilometri da Tripoli, nei pressi del compound della Mellitah Oil Gas Company.

Le milizie filo-Isis in Libia hanno preso per qualche ora oggi il controllo del quartier generale della sicurezza a Sabrata, decapitando 12 guardie, prima di essere respinte. Lo hanno reso noto due funzionari locali. I jihadisti sarebbero entrati nel centro della città mentre i soldati erano impegnati in un'altra operazione. Hanno ucciso 19 guardie - decapitandone 12 - al quartier generale della sicurezza, che hanno occupato per circa tre ore. Il blitz ha evidenziato l'aggressività delle milizie filo-Isis in questa città strategica nell'ovest del Paese, che funge da 'hub' per i migranti in fuga verso l'Europa, e dove lo scorso week-end raid Usa hanno ucciso decine di jihadisti, ma anche due cittadini serbi rapiti un anno fa.

   Secondo il capo militare di Sabrata, nella zona l'Isis può contgare su 150-200 uomini. (ANSAmed).

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