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In salita accordo Ue-Turchia. 'Non gireremo spalle a profughi'

Rimpatri su isole Grecia, 20 milioni di euro al mese il costo

16 marzo 2016, 19:13

Redazione ANSA

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Migranti e profughi in attesa al campo greco di Idomeni, al confine con la Macedonia © ANSA/AP

Migranti e profughi in attesa al campo greco di Idomeni, al confine con la Macedonia © ANSA/AP
Migranti e profughi in attesa al campo greco di Idomeni, al confine con la Macedonia © ANSA/AP

BRUXELLES - "L'accordo con la Turchia rispetterà il diritto Ue e la legge internazionale". Lo ha assicurato il  vicepresidente della Commissione Frans Timmermans ,alla vigilia del summit a Bruxelles sull'accordo con la Turchia su profughi e migranti . "L'ultima cosa che vogliamo è che Idomeni diventi la regola", ha aggiunto in merito al campo profughi al confine tra Grecia e Truchia e spiegando che con l'intesa Ue-Turchia "non si voltano le spalle ai profughi", ma l'obiettivo è smantellare il business dei trafficanti di esseri umani.

Lo scopo del summit del 17 e 18 marzo per l'accordo sui migranti con la Turchia è trovare un accordo "accettabile per tutti i 28 Stati membri e la Turchia", ma "c'è ancora molto da fare". Ha detto da parte sua il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, nella lettera di convocazione ai leader europei.

"Il catalogo delle questioni da risolvere prima di concludere un accordo è lungo", scrive Tusk, che cita la necessità di assicurarsi che l'intesa rispetti le leggi internazionali e che prevenga la formazione di nuove rotte dalla Turchia all'Ue. Inoltre, "dobbiamo essere pronti ad assistere la Grecia con l'attuazione del meccanismo di rimpatri, attraverso l'ufficio europeo per l'asilo o l'assistenza diretta degli stati se necessario".

Un'altra priorità è vedere come "accelerare l'esborso iniziale di 3 miliardi e discutere le modalità di ricollocamento".

Secondo l'accordo quadro, la Turchia, che già ospita due milioni di rifugiati, accoglierebbe i migranti che hanno raggiunto illegalmente la Ue da una certa data, sia quelli economici che i richiedenti asilo. Ma per ogni profugo siriano riammesso, i Paesi dell'Unione ne dovrebbero accogliere uno in modo legale dal suo territorio.

In contropartita Ankara chiede tre miliardi aggiuntivi (oltre ai tre già previsti) per il 2018, che l'Europa dovrebbe stanziare sulla base di progetti per migliorare le condizioni di vita dei profughi; l'apertura di cinque capitoli per il processo di adesione Ue, la liberalizzazione dei visti a giugno e non ottobre.

Saranno necessarie modifiche legali da entrambe le parti affinché siano realizzabili i rimpatri dei richiedenti asilo dalla Grecia alla Turchia, secondo quanto previsto dall'accordo quadro Ue-Turchia siglato il 7 marzo. Atene cioè dovrà riconoscere la Turchia come "Paese terzo sicuro", mentre Ankara dovrà garantire a tutti i profughi la stessa protezione che già offre ai siriani, ed equivalente a quella della convenzione di Ginevra.

E' quanto si legge nella Comunicazione presentata dalla Commissione Ue, in cui si delineano i prossimi passi per attuare l'accordo, che prevede anche uno scambio "uno a uno". 

Secondo la proposta della Commissione, per i rimpatri dei richiedenti asilo dalla Grecia in Turchia ogni richiesta sarà trattata in modo individuale e saranno applicate una serie di salvaguardie, che prevedono registrazione, identificazione ed un'intervista personale per capire se la domanda presentata ricade è inamissibilità (per cui è previsto l'appello) o se ci sono questioni particolari da prendere in considerazione.

Tutte le procedure dei rimpatri dei migranti e dei richiedenti asilo dalla Grecia alla Turchia, secondo la proposta della Commissione Ue, si dovrebbero svolgere nelle isole, dove dovrebbe essere potenziata la logistica per l'accoglienza, gli uffici per le richieste di asilo e la presenza di giudici. Secondo i calcoli, sulla base di 2mila arrivi al giorno il sostegno dal budget europeo dovrebbe essere di 20 milioni di euro al mese.

Si tratta comunque di una misura "temporanea e straordinaria", ha detto ancora Timmermans riferendosi ai meccanismi sui rimpatri e a quello dello scambio uno a uno. "In ogni caso, qual è oggi l'alternativa? - ha proseguito -. La chiusura delle frontiere interne e il peggioramento della situazione già difficile, che stiamo vedendo in Grecia. L'ultima cosa che vogliamo è che Idomeni diventi la norma. Questa non può essere la norma in Europa. Questa non è la via accettabile per andare avanti per la politica di asilo e migrazione dell'Ue. Dobbiamo fare tutto il possibile per evitarlo".

E ancora, ha concluso Timmermans, "la liberalizzazione dei visti per la Turchia resta soggetta a condizioni, non ci sono scorciatoie, la Turchia deve fare sforzi entro fine aprile per rispettare la scadenza di giugno". "Non ci saranno rimpatri a tappeto e respingimenti.

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