CITTA' DEL VATICANO - Un viaggio di natura "umanitaria" e "ecumenica", senza risvolti politici: queste le chiavi di lettura della visita del Papa a Lesbo, sabato 16 aprile. Una visita lampo di appena 5 ore, al centro della quale vi sarà un abbraccio con i rifugiati del campo profughi di Moria: qui il Pontefice pranzerà in un container con otto di loro, rappresentanti delle diverse realtà e delle tante storie che drammaticamente approdano sulla 'Lampedusa d'Egeo'.
Al suo arrivo il Papa sarà ricevuto dal primo ministro Alexis Tsipras e riceverà il benvenuto da parte di Sua Santità Bartolomeo, Patriarca ecumenico di Costantinopoli. Poi il trasferimento al campo profughi di Mòria, che ospita circa 2.500 profughi richiedenti asilo). Lungo le transenne ci saranno circa 150 minorenni ospiti del centro, ed i leader religiosi saluteranno individualmente circa 250 richiedenti asilo. Vi sarà quindi un incontro con la cittadinanza e la comunità cattolica, con un minuto di silenzio e una preghiera in memoria delle vittime delle migrazioni. In questa sede, al Presidio della Guardia costiera, il discorso di Papa Francesco.
Il Vaticano resta critico dell'accordo tra l'Unione Europea e la Turchia. Un accordo "miope", lo ha definito il cardinale responsabile della Pastorale dei migranti, Antonio Maria Vegliò. Il Segretario di Stato, il card. Pietro Parolin, nel giorno della sigla dell'intesa il 18 marzo, aveva sottolineato come l'Europa debba considerare "umiliante chiudere le porte".
In Germania una legge su integrazione profughi, facilitato accesso a lavoro. Merkel, anche doveri per chi resta
BERLINO - La Germania avrà una "legge sull'integrazione dei profughi". In un vertice prolungatosi fino a tarda notte, la coalizione di governo di Angela Merkel ha trovato un accordo al riguardo.
Si tratta di un pacchetto di misure concepito per affrontare la sfida dell'integrazione dei moltissimi rifugiati approdati nel Paese lo scorso anno (oltre 1,1 milioni) e di una serie di provvedimenti anti-terrorismo. La legge sull'integrazione su cui si è accordata la Grosse Koalition prevede anche misure che facilitano l'ingresso del lavoro ai profughi. Fra queste, secondo la Dpa, anche l'offerta di 100 mila cosiddetti "ein-euro-Jobs", e cioè l'accesso al lavoro promosso con fondi pubblici, a tariffe di uno due euro l'ora, per riassorbire nel mercato del lavoro chi percepisce il sussidio di disoccupazione.
Con l'accordo il governo tedesco ha predisposto "offerte ai migranti che hanno una buona prospettiva di rimanere nel paese, ma anche doveri per chi rimane", ha detto Angela Merkel, parlando di un passo avanti di qualità. Il vicecancelliere Sigmar Gabriel (Spd) ha definito la legge un passo "storico per il Paese", oltre che "solidale e pragamatica".
Austria, in casi estremi pronti a chiudere Brennero. Opere al confine costeranno 1,1 mln euro
BOLZANO - L'Austria "in caso estremo" potrebbe chiudere completamente il Brennero. Lo ha detto il ministro della Difesa austriaco Hans Peter Doskozil durante una riunione del suo partito, lo Sphe, a Innsbruck. Lo riporta l'Apa. Se l'Italia continuasse a far passare i profughi e non prendesse indietro i respinti, con il Tirolo trasformato in "sala d'attesa", "chiederemo all'Italia di poter controllare noi anche sul suo territorio". Pronti, nel caso più estremo, a chiudere i confini, ha ribadito.
Se L'Italia continuasse a far passare i migranti e la Germania dovessero continuare a monitorare il suo confine come fatto finora "avremmo un serio problema", ha aggiunto il ministro della Difesa. "Dobbiamo andare in offensiva", ovvero "annunciare controlli di confini e creare le misure legislative" ha proseguito, con riferimento all'inasprimento del diritto d'asilo in Austria che scatterà il primo giugno prossimo. L'Austria - ha ricordato - ha fissato un tetto di 37.500 richieste d'asilo per quest'anno, ma finora sono già arrivate 16.550-17.000 domande.
Intanto il ministro dell'Interno ha detto che il costo delle opere di confine che il governo austriaco conta di completare entro la fine di maggio al Brennero sarà di 1,1 milioni di euro. Johanna Mikl-Leitner lo ha precisato nel suo ultimo intervento alla commissione parlamentare Interni, prima di lasciare l'incarico per dedicarsi alla politica regionale.
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