La sentenza riguarda la causa intentata da una congregazione religiosa della Chiesa cattolica spagnola, in qualità di ente responsabile di una scuola religiosa che si trova vicino a Madrid. La congregazione ha chiesto allo Stato il rimborso di un'imposta comunale sulle costruzioni di circa 24.000 euro, versata per lavori realizzati in un edificio scolastico che ospita la sala conferenze della scuola. Ha chiesto il rimborso invocando un accordo concluso tra la Spagna e la Santa sede (prima dell'adesione della Spagna alle Comunità europee) che prevede diverse esenzioni fiscali a favore della Chiesa cattolica. Le autorità tributarie hanno però respinto il rimborso perché i locali ristrutturati sono utilizzati per impartire l'istruzione primaria e secondaria disciplinata dallo Stato, equivalente a quella impartita nelle scuole pubbliche e totalmente finanziata dal bilancio pubblico. Sono anche utilizzati a fini di istruzione prescolare, extrascolastica e post-obbligatoria libera, non sovvenzionata dal bilancio pubblico e per la quale vengono percepiti contributi d'iscrizione. Secondo le autorità l'esenzione non si applica, in quanto è richiesta per un'attività della Chiesa cattolica non avente finalità strettamente religiosa.
La sentenza "può avere un effetto diretto anche sull'Italia", ha detto il presidente della Corte, il giudice Koen Lenaerts, incontrando i giornalisti a Lussemburgo. "La relazione tra Stato e Chiesa è un tema delicato in molti paesi, ma questa sentenza è rilevante non solo per la Spagna, ma anche per l'Italia, e paesi come Francia e Belgio che hanno un concordato con la Chiesa".
(ANSAmed).
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