Nel discorso di ieri di formalizzazione delle dimissioni, Cerar ha ribadito di aver deciso di lasciare il governo "perché gli eventi delle ultime settimane non si sono svolti nell'interesse della Slovenia, ma nell'ottica di favorire interessi acquisiti". Grazie al lavoro svolto dal suo governo ora ci sono le condizioni per un "normale processo democratico di ricerca di un nuovo consenso sociale", riferimento questo alle ingiustizie reali che si sono accumulate negli anni di crisi. Nel giorno in cui Cerar ha rassegnato le dimissioni, infatti, a Lubiana si è svolto una giornata di sciopero, la seconda da inizio anno, che ha coinvolto oltre 30 mila impiegati pubblici che chiedevano un adeguamento salariale e condizioni retributive in linea con i segnali di crescita dell'economia. Cerar ha inoltre aggiunto che "è necessario interrogarsi se sia effettivamente lecito abusare di tutti i possibili canali democratici per fermare i progetti di infrastrutture di importanza strategica", un chiaro riferimento alla sentenza della Corte suprema che ha invalidato il referendum sul progetto del doppio binario lungo la tratta Divaccia-Capodistria e portato alle sue dimissioni nella tarda serata di mercoledì scorso. (ANSAmed)
Riproduzione riservata © Copyright ANSA