(ANSAmed) - NAPOLI, 10 MAG - "Uno dei grandi quesiti della
'One Belt one Road' a cui dovremmo tutti dover rispondere credo
riguardi l'indispensabile dialogo tra culture diverse, queste
sono sì collegate nella stessa 'cintura' - la belt - da
esclusivi interessi economico-finanziari, ma ancora lontani
nella 'road', cioè in quella stessa virtuale strada che unirà
l'est e l'ovest del mondo". E' con un appello all'unità
interculturale nel Mediterraneo che il presidente del Propeller
Club del porto di Venezia, Massimo Bernardo, ha aperto il
dibattito sul ruolo dello scalo e del nordest dell'Italia nella
'Via della seta', il progetto di sviluppo infrastrutturale della
Cina verso ovest.
Bernardo, in dichiarazioni riportate da Nautica Report, ha
spiegato che è necessario costruire "quell'osmosi culturale - ha
detto - che sta alla base della vera crescita economica per
raggiungere l'unico vero comune obiettivo rappresentato dal
maggiore benessere e, non solo, economico ma soprattutto
sociale, per tutti". Nel corso dell'iniziativa è stato
sottolineato come siano in corso di realizzazione investimenti
anche in Paesi geograficamente collocati al di fuori della "via
della seta", dall'Africa, al Sud America, all'Australia: secondo
l'Asian Development Bank, 45 Paesi asiatici dovrebbero investire
26.000 miliardi di dollari entro il 2030 per la realizzazione di
infrastrutture soprattutto nel settore energetico e logistico.
Un'opportunità che l'Italia deve cogliere visto il contesto
ricordato da Alessandro Panaro, del centro Studi e Ricerche per
il Mezzogiorno: "Con i ritmi elevati di traffico - ha detto -
che sta segnando il Canale di Suez (+11% nel 2017 sul 2016),
l'aumento del traffico navale (+24% dal 2012 al 2016) e il
ritrovato slancio di alcuni Paesi dell'Area Mena (Middle East e
North Africa) il Mediterraneo sta ritrovando una nuova e più
incisiva centralità in ambito marittimo mondiale. La Cina sta
quindi insistendo con importanti investimenti in terminal e
porti nell'area MED e dobbiamo riflettere su come intercettare
navi commerciali e intensificare le relazioni con la Cina per
cogliere le grandi opportunità che scaturiranno per i nostri
sistemi portuali. Occorrerà però mostrare che il nostro sistema
logistico e marittimo è efficiente, solido e soprattutto senza
individualismi".
In questo senso, il presidente di Confindustria
Venezia-Rovigo Vincenzo Marinese ha sottolineato
l'imprescindibile complementarietà tra i porti di Venezia e
quello di Trieste con la necessità di realizzare presto un piano
industriale che preveda zone franche, zone economiche speciali
con incentivi fiscali, la ricollocazione del manifatturiero e la
valorizzazione dell'export. (ANSAmed).
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