«Il nostro progetto, che spero potrà essere operativo dal 2017, sarà offerto agli operatori turistici che lavorano in Tunisia e vuole essere un percorso culturale alternativo al turismo convenzionale - spiega al sito www.africanews.com, Mohammed Ben Sheikh, presidente della Chambre nationale des fabricants des boissons alcoolisées e viticoltore lui stesso. Un turismo culturale che unisce la produzione del vino al patrimonio patrimonio archeologico del Paese. «Cartagine - continua - era il granaio di Roma, ma era anche la sua cantina.
Aveva una grande agronomo, Magon, che fu il primo a scrivere trattati sulla viticoltura». In questa direzione si muove il progetto Enpi CBC Med di cooperazione transfrontaliera Magon "Le chemin de la vigne méditerranéen sur les traces de Magon entre la Sicile et la Tunisie". Magon, cofinanziato dall'Ue, prevede la realizzazione di un circuito turistico-culturale transfrontaliero basato sulla valorizzazione combinata del patrimonio archeologico, della cultura del vino e delle tradizioni enogastronomiche mediterranee, ed è intitolato all'agronomo cartaginese Magon autore del famoso trattato in 28 volumi che il Senato di Roma ordinò di portare nell'Urbe e tradurre in latino quando Cartagine venne conquistata. Questo progetto fa parte di un rilancio dell'intero settore vitivinicolo cominciato negli anni '90, dopo un lungo periodo in cui il comparto venne quasi abbandonato. La Tunisia produce attualmente circa 32 milioni di bottiglie l'anno, con la maggior parte della produzione destinata al mercato interno con un introito di circa 80 milioni di euro, di cui circa 25 milioni finiscono nelle casse dello Stato. I ricavi netti delle esportazioni di vino non superano i 10 milioni di euro ed i produttori di vino contano di poter espandere la loro quota di esportazioni, anche in paesi extraeuropei. (ANSAmed)
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