Quotidiano Energia - La deviazione di frequenza che l’8 gennaio ha spaccato in due il sistema elettrico dell’Europa continentale, costringendo Italia e Francia a distaccare 1.300 MW di interrompibili, arriva all’attenzione della Ue.
Gli eurodeputati Claudia Gamon e Morten Petersen del gruppo Renew hanno presentato infatti un'interrogazione al Consiglio per avere maggiori informazioni sull’episodio, “probabilmente originato in Romania”, che abbinato a “una mancanza di riserve operative in Francia ha quasi causato un blackout in tutta Europa”.
Secondo l’austriaca Gamon e il danese Petersen, “l’incidente ha mostrato la fragilità della rete e la possibilità concreta di un blackout in tutta Europa”.
Di conseguenza i due eurodeputati chiedono al Consiglio se sia in possesso di “informazioni più dettagliate sulle cause dell’evento” e “quali conclusioni abbia tratto dall’incidente”. Ma in particolare, Gamon e Petersen domandano “quale sia il piano per prevenire simili incidenti in futuro”.
La deviazione di frequenza dell’8 gennaio ha destato preoccupazione, in special modo in Austria e Germania, anche perché non è la prima volta che si verifica un evento simile. Già nel 2018 due episodi di questo tipo, dovuti all’insufficiente immissione di energia in rete nell’area “Smm” (Serbia, Macedonia e Montenegro), avevano avuto ripercussioni su tutta l’area sincrona dell’Europa continentale. Tra il 9 e l’11 gennaio 2019 si sono poi registrate una serie di deviazioni di frequenza causate da una misurazione non corretta su un’interconnessione Germana-Austria e, soprattutto, da un sensibile sbilanciamento tra domanda e offerta in Francia, tale da indurre Rte a ridurre il carico sulla rete fino a 1.700 MW e a chiedere l’aiuto degli operatori dei Paesi vicini (inclusa Terna).
L'ultima deviazione, oltre a portare al distacco di 1.700 MW di interrompibili (400 MW in Italia e 1.300 MW in Francia), ha comportato l’interruzione delle forniture a clienti finali non interrompibili per 70 MW nell’area nord-occidentale e per 163 MW in quella sud-est, nonché l’attivazione automatica di una capacità di sostegno di 480 MW nelle aree sincrone Nordic e Gran Bretagna.