Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Responsabilità Editoriale Gruppo Italia Energia

Ddl Concorrenza, le richieste delle Regioni

In generale si lamenta un non adeguato coinvolgimento. Focus poi su concessioni idro, rifiuti e Tpl. Rinvio in Unificata per il parere (articolo di Quotidiano Energia)

Quotidiano Energia - Mentre in commissione Industria del Senato partono i lavori sul Ddl per la legge annuale sulla concorrenza, le Regioni predispongono una serie di richieste di modifica al testo.


In termini generali si lamenta “la mancanza di un vero coinvolgimento delle istituzioni territoriali, non essendo sufficiente la consultazione della Conferenza unificata - a titolo di parere o di intesa per i profili di competenza a seconda dei casi - in fase di adozione dei decreti delegati”.

Il focus sui singoli temi di interesse riguarda poi in particolare le concessioni idroelettriche (con ben 5 emendamenti), i rifiuti e il Tpl.

Il metodo: serve più “collaborazione interistituzionale”
Le Regioni ritengono opportuno che “il Governo riprenda e valorizzi il percorso dell'Agenda per la semplificazione che, con la sua composizione multi-livello degli organismi politici e tecnici ne ha garantito un perfetto funzionamento, riconosciuto da tutti gli stakeholders”. Tale esperienza, prosegue il documento, “ha dimostrato che non si dà effettiva semplificazione senza collaborazione interistituzionale, specie in ordinamenti dotati di un elevato grado di frammentazione delle competenze, quale quello che connota la nostra forma di governo”.

Le Regioni chiedono quindi che in sede di scrittura dei decreti delegati il Governo si adoperi “per trasformare la Conferenza unificata in una effettiva sede di codecisone normativa tra Stato e territori”.

Idro: dal nodo regionalizzazione al potere sostitutivo fino ai rapporti concessori
Uno dei temi prioritari è quello della regionalizzazione, già oggetto del documento predisposto dalle Regioni a giugno.

Innanziutto si chiede di esplicitare che “le procedure di riassegnazione restano regolate dal vigente comma 1-ter sulla base del quale molte regioni hanno già adottato la normativa regionale”. Con diverso emendamento si propone poi che “le regioni e le province autonome che hanno già adottato la propria legge regionale/provinciale conforme alla normativa statale vigente al momento dell'entrata in vigore della legge regionale/provinciale possano finalmente procedere con la massima celerità nell'effettuazione delle gare”.

Altro tema è l’esercizio “diretto” del potere sostitutivo dello Stato “senza alcuna consultazione delle Regioni e PA, meccanismo che appare poco rispettoso delle prerogative e delle competenze regionali”.

Un meccanismo che “suscita non poche perplessità in ordine alla sua effettiva praticabilità, in quanto prevede che lo Stato eserciti il potere sostitutivo provvedendo all'indizione delle procedure di assegnazione sulla base della disciplina adottata dalle regioni”. A tale proposito il documento evidenzia come “per le regioni che hanno provveduto all'adozione della prevista disciplina, lo Stato dovrebbe dare applicazione, in diversi casi, a una normativa che il medesimo ha impugnato innanzi alla Corte Costituzionale, mentre nel caso in cui il potere sostitutivo venisse esercitato-, come recita la norma, ‘in caso di mancata adozione delle leggi regionali entro i termini prescritti dal comma 1-ter’, non è dato comprendere, in mancanza di una specifica disciplina regionale, quale normativa dovrebbe essere posta a fondamento delle procedure indette dallo Stato”.

La proposta di “rinegoziazione dei rapporti concessori”, inoltre, “è contraria ai principi già statuiti da alcune sentenze delle SS.UU”. Per le Regioni “non è possibile rinegoziare a posteriori contratti concessori in alcuni casi esauriti da un decennio”.

La negoziazione, inoltre, “presuppone due soggetti in posizioni giuridiche e diritti rispettivamente riconoscibili e nei quali vi piò essere una contrattazione, se non paritaria, almeno confrontabile”. Tuttavia, “giuridicamente, la situazione tra PA concedente (proprietaria delle opere bagnate già passate alle regioni) e l'ex concessionario che insiste ad utilizzare sine titulo opere non più di sua proprietà è assolutamente asimmetrica”.

Si chiede quindi “di confermare l’attuale disciplina del comma l-sexies più rispettosa dei principi generali del regime giuridico discendente dal Codice Civile e confermata da sentenze”.
Il documento precisa poi meglio la dizione generica “canoni concessori” e la previsione di un “congruo indennizzo”, che “non è chiara, anzi è meno precisa dell'attuale disciplina vigente”.

Prevista poi una proposta di emendamento volta ad “allineare le scadenze delle concessioni di grande derivazione idroelettrica in Trentino - Alto Adige, come definite a data fissa nella norna statutaria (articolo 13 St.), alle scadenze previste nella legislazione nazionale, come da ultimo prorogate per effetto della pandemia da Covid-19 al 31 luglio 2024”.

Rifuti e Tpl
Le Regioni chiedono di precisare che l’Arera “definisce limitatamente agli aspetti di propria competenza” gli standard tecnici relativi al sistema di gestione dei rifiuti urbani. Ciò in quanto “i criteri per l'impiantistica sono più afferenti ad aspetti tecnici ed ambientali che paiono non di competenza di Arera”.

Il comma, inoltre, “per come è scritto non è relativo soltanto agli urbani, ma a tutti i rifiuti compresi gli speciali che non sono afferenti al sistema di gestione dei rifiuti urbani”.

Riguardo al Tpl, “il termine del 3l dicembre 2021 risulta troppo stringente”. Pertanto, “l'avvenuta pubblicazione dei bandi di gara deve intendersi al 31 dicembre dell’anno successivo al termine dello stato di emergenza (attualmente il 31/12/22) e la conseguente comunicazione da inviare entro il 31 maggio dell'anno successivo (attualmente il 30/05/23)”.

Infine, “non sembra vengano prese in considerazione le modalità di affidamento pur previste dal Regolamento Europeo 1370/2007, ovvero l'affidamento in house (comma 2 art. 5) e l'affidamento diretto per i servizi ferroviari (comma 6 art 5)”.

L’esame in Conferenza Unificata del parere sul testo del Ddl è stato intanto rinviato.

In commissione Industria del Senato è previsto un ciclo di audizioni prima di entrare nel vivo dell’esame. Audizioni che dovrebbero cominciare dopo il voto sul presidente della Repubblica, appuntamento per il quale il Parlamento si riunirà in seduta comune a partire dal 24 gennaio.