Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Responsabilità Editoriale Gruppo Italia Energia

Corte Conti Ue: “Tassazione energia disallineata ai target climatici”

“I 27 in ordine sparso, in 15 Stati più sovvenzioni ai fossili che alle Fer”. Ma “attenti ai risvolti sociali” (articolo di Quotidiano Energia)

Quotidiano Energia - “Anche se le sovvenzioni alle energie rinnovabili sono quasi quadruplicate nel periodo 2008‑2019, quelle ai combustibili fossili sono rimaste relativamente costanti negli ultimi dieci anni, benché la Commissione e alcuni Stati membri Ue si fossero impegnati a eliminarle gradualmente”. E’ la conclusione dell’analisi “Tassazione dell’energia, fissazione del prezzo del carbonio e sovvenzioni all’energia” della Corte dei Conti europea, secondo cui “gli attuali livelli di imposizione non sono commisurati all’inquinamento prodotto dalle diverse fonti energetiche”.


Secondo i giudici contabili, le sovvenzioni all’energia degli Stati membri sono ammontate complessivamente nel 2019 a 176 miliardi di euro, con le cifre maggiori destinate al sostegno al reddito e ai prezzi (85 mld €, 48% del totale) e alle agevolazioni fiscali (68 mld €, 39%).

Le sovvenzioni all’energia sono cresciute nel tempo trainate da un incremento di quelle per le rinnovabili, passate tra il 2008 e il 2019 da 20 a 78 mld €, mentre per i fossili si è registrato un leggero calo da 58 a 56 mld € nel periodo.

Nel complesso della Ue, le sovvenzioni alle Fer risultano più elevate rispetto a quelle ai fossili, ma con significative differenze tra Stati membri: in 15 vengono assegnate più sovvenzioni ai combustibili fossili che alle Fer, con la classifica guidata nell’ordine da Finlandia, Irlanda, Cipro, Belgio e Francia. L’Italia è tra i Paesi virtuosi, posizionandosi al quarto posto (dopo Cechia, Germania e Spagna) per eccedenza di sussidi alle Fer rispetto ai fossili.

La Corte ammette comunque che “non esiste nella Ue una definizione univoca di sovvenzioni all’energia”, rimandando alla definizione dell’Ocse: “Misure che mantengono i prezzi al consumo al di sotto del livello di mercato, mantengono i prezzi alla produzione al di sopra del livello di mercato o riducono i costi per consumatori e produttori”.

In base all’analisi, le imposte sull’energia sono ammontate nella Ue nel 2019 a 258 mld €, pari ad oltre tre quarti dell’imposizione ambientale complessiva (330 mld €). Quest’ultima è dal 6,2% del gettito fiscale totale degli anni tra il 2013 e il 2016 al 5,9% del 2019.

Le aliquote fiscali medie per i prodotti energetici, nota la Corte, oscillano enormemente, tra 1,7 e 107,8 €/MWh, e “non riflettono le differenze a livello di efficienza in termini di emissioni di carbonio”. In base alla direttiva in vigore, infatti, “le fonti più inquinanti possono beneficiare di un trattamento fiscale più favorevole rispetto a quelle più efficienti sul piano delle emissioni di CO2”. Ad esempio, il carbone è tassato meno del gas naturale, così come alcuni combustibili fossili lo sono molto meno rispetto all’elettricità. Inoltre, “benché la maggioranza degli Stati membri applichi imposte elevate sui combustibili, molti altri le mantengono su livelli prossimi al minimo stabilito dalla direttiva, con possibili distorsioni nel mercato interno”.

Non vi è omogeneità nemmeno tra tasse nazionali esplicite sulla CO2 introdotte finora da 14 Paesi.

L’analisi sottolinea comunque che l’eliminazione graduale delle sovvenzioni per i combustibili fossili, obiettivo che la Ue e gli Stati membri si sono impegnati a centrare entro il 2025, “comporterà una difficile transizione sociale ed economica”. In questo senso, “la percezione di un trattamento iniquo per determinati gruppi o settori può generare una resistenza alla transizione” e anche l’impatto della tassazione dell’energia sulle famiglie “può essere significativo e determinare un atteggiamento di rifiuto nei confronti di tale genere di imposte”.

Di conseguenza, per mitigare il rischio di un rigetto delle riforme fiscali, la Corte raccomanda di “ridurre altre imposte e applicare misure di ridistribuzione, assicurando al contempo una maggiore trasparenza e una comunicazione più efficace circa le motivazioni delle riforme”.

L’analisi - pubblicata oggi e disponibile in allegato - “intende contribuire al dibattito sui prezzi dell’energia e sui cambiamenti climatici alla luce della discussione sulla proposta di revisione della direttiva sulla tassazione dell’energia nell’ambito del pacchetto Fit for 55”, ha spiegato il membro della Corte responsabile del documento, Viorel Ştefan.