(di Andrea Silvuni)
MILANO, 25 GIU - Oggi, dopo la presentazione alla stampa internazionale nel rinnovato Museo di Arese di ieri, saranno i dealer a scoprire la nuova Giulia, il primo modello di quello che Harald Wester, CEO della marca, ha definito ''il Rinascimento dell'Alfa Romeo''. E se le reazioni del mondo professionale, quello per cui una nuova auto rappresenta sostanzialmente un elemento di business, saranno entusiastiche come quelle registrate nel reveal a 300 giornalisti di tutto il mondo c'è da credere che le previsioni di Sergio Marchionne - 400mila Alfa Romeo vendute ogni anno entro il 2018 - saranno pienamente confermate. I commenti dei media internazionali non lasciano dubbi: per lo spagnolo ABC Giulia è ''il nuovo stendardo dell'Alfa che incarna il paradigma del cambio della marca'', mentre il britannico Auto Express riferisce del ''grande sforzo fatto per differenziare Giulia dai modelli tedeschi dominanti nell'affollato segmento delle premium compatte''. E l'autorevole Financial Times spiega che un elemento forte per vincere la sfida con il Made in Germany è, oltre quello della bellezza, quello della meccanica. ''Alfa Romeo si prepara a iniettare un pizzico di Ferrari'' si legge nel report da Arese, alludendo al fatto che il V6 biturbo da 510 Cv della Giulia Quadrifoglio ha basi comuni, compresi i progettisti, con l'ultimo motore del Cavallino.
E' stato lo stesso Wester, dopo aver posto durante la sua presentazione sul palco di Arese la domanda ''Che cosa proveremmo se ci mettessimo di nuovo a guidare?'' a spiegare che con Giulia, come con gli altri prossimi modelli Alfa Romeo, il pilota ''verrà rimesso al centro, come parte integrale e indispensabile della macchina''. Nessuna capsula che isola l'uomo dai rumori e dalle sensazioni dinamiche più vive nella Giulia, nessuna guida automatica (con lo stato dell'arte, però, dei dispositivi di assistenza elettronica per incrementare la sicurezza. Giulia offre invece il più alto livello di efficienza delle sospensioni, dello sterzo e della trasmissione - rigorosamente a trazione posteriore o integrale - per quella che il CEO di Alfa Romeo ha definito ''la meccanica delle emozioni''. Un obiettivo raggiunto, secondo quanto afferma l'azienda, grazie anche alla perfetta distribuzione dei pesi, 50/50 tra i due assi, alle sospensioni raffinate (con quella anteriore un'esclusiva Alfa Romeo) e allo sterzo più diretto rispetto alla concorrenza.
Giulia, quando arriverà sul mercato a fine 2015 (negli Stati Uniti l'anno prossimo) proporrà a seconda delle versioni soluzioni tecniche uniche ed esclusive tra i quali la tecnologia Torque Vectoring, per il massimo controllo della stabilità, l'Integrated Brake System che riduce sensibilmente lo spazio di frenata e, nella Qadrifoglio, lo Chassis Domain Control che ottimizza l'assetto e l'Active Aero Splitter che gestisce in modo attivo la deportanza anche a velocità sostenute.
Nata grazie all'impegno di una élite di ingegneri, progettisti e stilisti (conosciuti all'interno di FCA con l'appellativo di 'Skunks' - termine che identifica, come quello della Lochkeed Martin nella Seconda Guerra Mondiale, i team migliori cui affidare le missioni più delicate e tecnologicamente innovative) guidati da Philippe Krief, Giulia non sarà dunque un ''utile mezzo di trasporto'' ma una ''creazione meccanica'' che supera il campo della necessità per sconfinare in quello delle emozioni più autentiche. E quando, sul palco di Arese, dopo l'esibizione di Andrea Bocelli, ha 'cantato' in diretta anche il V6 biturbo della Giulia Quadrifoglio, nessuno ha dubitato che quelle che saranno garantite su strada saranno anche prestazioni 'emozionanti': 0-100 in 3,9 secondi e una velocità massima che, secondo indiscrezioni, potrebbe sfiorare i 300 all'ora.