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Terremoto: Cnr, 5 cose da sapere su stress post trauma

I segnali anche dopo mesi o anni, serve agire subito

Redazione ANSA ROMA

(di Maria Emilia Bonaccorso) - Il trauma che non si vede, una ferita nell'anima che rischia di non chiudersi mai ma che ora è sempre più conosciuta: è lo stress post traumatico, una precisa patologia con la quale le vittime di una tragedia naturale come un terremoto, ma anche di una violenza, debbono imparare a vivere. Un trauma così profondo che è in grado di scatenare anche altre malattie. Per capire con precisione di cosa si tratta, il Cnr offre una piccola guida in cinque punti elaborata dal Istituto fisiologia clinica Ifc-Cnr di Pisa dalla quale si arriva ad una semplice e forte conclusione: serve agire subito.
    1) Quali sono gli effetti e i rischi psicologici provocati dal terremoto? Lo stress causato da eventi così terribili è in grado di modificare i livelli ormonali (cortisolo e catecolamine, nelle donne anche gli estrogeni), alterare il sonno e, nel lungo termine, ipertensione, tachicardia e talvolta infarto del miocardio. Ma è anche necessario distinguere tra la percezione dello stress degli adulti e dei bambini.
    2) Quali emozioni innesca il terremoto nelle popolazioni che lo subiscono? Ansia, paura e attacchi di panico. L'ansia è generalmente un'emozione a due facce: da un lato può spingere l'individuo a dare il massimo mediante l'adattamento; dall'altro può limitare l'esistenza dell'individuo rendendolo più vulnerabile. Alcuni studi hanno dimostrato come, anche in situazioni drammatiche come sopravvivere ad un terremoto, le vittime possano sperimentare emozioni positive, altrettanto intense e persistenti di quelle negative. Gli studi con la risonanza magnetica sui sopravvissuti in una zona della Cina nel 2008, mostrarono l'alterazione delle funzioni del cervello, predisponendo allo sviluppo della depressione e del Disturbo Post Traumatico da Stress.
    3) Che tipo di assistenza psicologica è necessaria? Serve una prevenzione primaria, in cui si mette l'individuo in condizioni di conoscere le proprie emozioni e saper controllare gli effetti che queste hanno sul comportamento e sulla salute psicologica, attraverso una formazione specifica con l'aiuto di corsi e tecniche da attuarsi ovviamente in periodi precedenti al disastro. Ma deve seguire una prevenzione secondaria, in cui vengono programmati interventi di sostegno psicologico, successivi al sisma.
    4) Cosa accade quando una persona soffre del Disturbo Post Traumatico da Stress (DPTS)? In una ricerca condotta negli individui sopravvissuti all'attacco terroristico alle Torri Gemelle e ai terremoti in Molise nel 2002 e dell'Abruzzo nel 2009 che mostra come circa la metà dei soggetti studiati sviluppavano questa patologia. Generalmente, la persona tende a "rivivere" l'evento traumatico, perdendo improvvisamente il contatto con la realtà. Queste reazioni possono manifestarsi per mesi o anni.
    5) Quali sono i consigli per affrontare questo disturbo? Sicuramente non bisogna far passare troppo tempo, viene utilizzata la terapia cognitivo-comportamentale, che prevede l'inizio della cura nei primi giorni successivi al trauma.
    L'obiettivo è quello di aiutare ad elaborare la tragedia e a "incanalare" le emozioni, in modo da arrivare lentamente a non viverle più. Di solito viene effettuata direttamente "sul posto" da un'èquipe di psicologici specializzati negli interventi immediati. Le due categorie più a rischio sono soprattutto i bambini e gli anziani. Nel caso dei bambini si continua con la psicoterapia, che viene praticata anche sui genitori e sugli insegnanti, in modo da creare una vera e propria rete attorno al piccolo, per aiutarlo nella guarigione. un lavoro da portare avanti con delicatezza, ma senza perdere tempo. (ANSA).
   

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