Sviluppare con la Gran Bretagna una
politica di libero scambio dopo il 'divorzio dall'Ue' avrà un
impatto economico e commerciale sul bilancio europeo di circa
tre miliardi di euro l'anno. Su fronte finanziario poi, Londra
dovrà versare il proprio contributo all'Ue fino alla fine della
programmazione di bilancio 2014-2020. Subito dopo bisognerà
definire il costo della sua partecipazione al mercato unico Ue.
Alla luce di questi impegni, per una profonda riforma della
Politica agricola comune (Pac) bisognerà attendere il dopo 2020
con una nuova Commissione europea e un nuovo Europarlamento
eletto nel 2019. Sono solo alcuni degli elementi emersi nel week
end dal 'Forum Food Globale' svoltosi alla Cascina Erbatici in
provincia di Pavia, e organizzato dal Think tank 'Farm Europe'
(interlocutore delle istituzioni Ue sulle sfide dell'agricoltura
europea) in collaborazione con Confagricoltura. Dal confronto è
emerso anche come la Brexit può essere l'occasione per rivedere
il modo in cui i mandati negoziali sono stati dati alla
Commissione europea, rilanciando una politica commerciale più
trasparente e quindi più accettabile per la società civile. La
sfida comunque si preannuncia molto difficile. L'auspicio - ha
indicato all'ANSA il ministro per le politiche agricole e
agroalimentari Maurizio Martina - è che l'uscita del Regno Unito
"diventi una opportunità anche se sono preoccupato - ha
sottolineato - su come sta andando la discussione generale. Mi
sembra che ci siano ancora troppi interrogativi. Dopo di che,
dobbiamo lavorare assolutamente perché non sia un danno, ma che
si riveli alla fine un occasione per ricostruire un quadro
equilibrato.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA