Sono cinque le opzioni di
operazioni di "sicurezza e difesa" che la Ue potrebbe attivare
in Libia se si formasse un governo di unità nazionale, ci fosse
un mandato Onu e il nuovo governo libico lo chiedesse. Le cinque
opzioni sono indicate nella bozza del documento che l'alto
rappresentante Federica Mogherini sottoporrà lunedì prossimo al
consiglio esteri e di cui l'ANSA ha potuto prendere visione.In
ogni caso la presenza militare dovrebbe essere "leggera" e le
missioni essere soprattutto civili.
Le opzioni previste vanno dal "sostegno al monitoraggio dei
cessate il fuoco locali" dove la Ue potrebbe contribuire con un
monitoraggio aereo, alla messa in sicurezza delle infrastrutture
strategiche (edifici governativi con la creazione di una "green
zone" a Tripoli, la protezione del porto e dell'aeroporto della
capitale nonché dgli impianti petroliferi), delle frontiere
libiche, delle frontiere regionali (includendo le missioni
civili esistenti in Mali e Niger) fino a "operazioni di
sorveglianza marittima" che avrebbero il mandato di bloccare "il
contrabbando di armi e munizioni e/o il monitoraggio delle
attività Isil" e "potrebbero essere estese alla sorveglianza e
controllo del traffico di petroliere in entrata e uscita dalle
raffinerie libiche".
L'area dell' operazione marittima sarebbe a sud dei limiti
dell'attuale operzione Triton e "dovrebbe avere l'approvazione"
dei paesi vicini, ovvero Tunisia ed Egitto. Inoltre "un'attenta
considerazione" sarebbe "necessaria sul fattore di incremento
per i flussi migratori che tale operazione potrebbe innescare.
Nel documento si avverte che "la percezione di un'operazione
militare estera vicino alle sue frontiere potrebbe indebolire la
transizione politica che la Ue cerca di sostenere". In ogni caso
tale operazione "dovrebbe essere sostenuta" da una risoluzione
del Consiglio di Sicurezza dell'Onu.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA