L'Europa non rischia più di
restare al freddo come cinque anni fa se la Russia chiude i
rubinetti del gas, ma solo se stringerà i gomiti e aumenterà la
cooperazione tra i 28. Anche perché, nella guerra dell'energia,
lo zar Putin, a stretto giro di posta dalla pubblicazione dei
risultati degli stress test europei, ha subito avvertito che per
l'inverno alle porte esistono "grandi rischi" per il transito
del gas russo verso l'Europa.
Nello scenario peggiore di uno stop del gas di Mosca per sei
mesi durante una stagione invernale particolarmente rigida, i
paesi più colpiti sarebbero i Baltici, quelli del Sud-Est e i
Balcani, come già fu cinque anni fa. Anche se, rispetto ad
allora, ha assicurato il commissario Ue all'energia Guenther
Oettinger, "siamo messi molto meglio". Oggi, infatti, le riserve
europee di gas sono piene al 90% e ci sono più interconnessioni,
come per esempio dalla Germania - e a sua volta dall'Olanda e
dal suo hub gasiero di Rotterdam - alla Polonia, il 'reverse
flow' dalla Slovacchia e nuovi terminali Lng come in Lituania.
Ciò non toglie che, una volta chiusi i rubinetti di Gazprom,
Finlandia, Estonia, Bosnia e Macedonia avrebbero una carenza di
gas del 100%, la Bulgaria del 73%, la Serbia del 64%, la
Lituania del 59%, l'Ungheria del 35%, la Romania del 31%, la
Polonia del 28%, la Grecia del 18%, la Slovenia del 17%, la
Lettonia del 15%, la Croazia del 12%, la Svezia del 6% e il
Lussemburgo del 5%. L'Italia, invece, nonostante sia uno dei
principali importatori di gas russo, grazie alla politica di
diversificazione delle forniture che ha seguito sarebbe lo
stesso sostanzialmente 'al caldo', con una mancanza di gas di
meno dello 0,1%.
Se gli stati membri anziché adottare misure nazionali o di
chiusura dei rispettivi mercati energetici cooperassero tra di
loro e condividessero le risorse, questo permetterebbe a tutti i
paesi, anche quelli dipendenti al 100% dal gas russo, di non
lasciare nessuno al freddo. Di fatto, grazie ad un aumento dell'
uso di Lng, delle riserve di stoccaggio, delle importazioni da
Nord Africa, Norvegia ma anche della produzione europea, il
'buco' creato da uno stop del gas russo (per i 28 paesi Ue più
quelli della Comunità energetica esclusa l'Ucraina) resterebbe
limitato a 9 miliardi di metri cubi. Di quanto salirebbero i
prezzi, però, gli stress test Ue non si sono occupati.
Per Kiev, intanto, la Commissione Ue punta a trovare
un'intesa con Mosca martedì prossimo a Bruxelles. Putin, che ha
detto di "sperare" in un accordo, ha però già avvertito che se
l'Ucraina sottrarrà gas destinato all'Europa le forniture di gas
verranno diminuite di conseguenza.
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