In questo contesto di equilibri precari l'Italia alla presidenza di turno dell'Unione dei 28 punta ad incassare un accordo, ma non nasconde le difficoltà. "In tema di clima ed energia il nostro compito è avere l'ambizione più alta possibile", ha detto il premier Matteo Renzi, anche se "non tutti gli altri Paesi sono di questo avviso: c'è forte resistenza di chi si affida al carbone ad accettare una scommessa così difficile". Un chiaro riferimento alla Polonia che guida il blocco di Visegrad (Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria) insieme a Bulgaria e Romania, preoccupata per un possibile aumento della bolletta e dei costi per l'innovazione di sistemi produttivi poco efficienti. La Gran Bretagna, invece, mira al solo obiettivo vincolante della riduzione di CO2, mentre la Germania vuole tutti e tre obiettivi ambiziosi. La Francia, dal canto suo, è interessata a chiudere la partita in vista della conferenza Onu sul clima di Parigi, ma non si sbilancia troppo dato che il suo mix energetico è dominato dal nucleare. "Roma sosterrà fino in fondo il tema degli investimenti per quanto riguarda i 'green jobs' e la sostenibilità ambientale", ha assicurato Renzi, sul quale in queste ore continua a pendere come una spada di Damocle l'esame della legge di stabilità da parte della Commissione europea. Se e come questo fattore inciderà sull'agenda del vertice, non è ancora chiaro.(ANSA)
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