"Non c'è preoccupazione" a Bruxelles, assicurano intanto fonti Ue, ricordando che "sarà il mercato a decidere" cosa succederà per davvero sul fronte turco. "I russi devono avere un acquirente dei 63 mld di metri cubi di gas, altrimenti - fanno notare - è inutile inviare le forniture in Turchia". Intanto, assicurano le fonti, "i flussi di gas dall'Ucraina sono stabili e il pacchetto invernale concordato con Mosca funziona ed è attuato correttamente". Questo non prevedeva un ammontare preciso di forniture di gas e che Kiev sta, come previsto, facendo uso di quelle stoccate nei depositi e del reverse flow con Slovacchia, Polonia e Ungheria. Quanto al un pacchetto estivo, Bruxelles è pronta a fare di nuovo da moderatore, sempre che Kiev e Mosca intendano rimettersi al tavolo dei negoziati.
L'obbligo imposto da Gazprom all'Ue di acquistare in futuro il gas russo dalla Turchia incluso quello che oggi transita dall'Ucraina è "sorprendente e non ha nessun senso economico".
Così Andriy Kobolyev, l'ad di Naftogaz, la compagnia energetica ucraina, in un comunicato, sottolineando che questo vorrebbe dire "abbandonare un sistema perfettamente funzionante e affidabile a favore di un investimento da miliardi di euro in uno nuovo che finirebbe per essere pagato da famiglie e imprese europee con il rischio di interruzioni tecniche significative senza offrire nessun beneficio". Si tratta quindi, ha affermato l'ad di Naftogaz, di una "minaccia" che "è un bluff politico".
Anche perché Kiev, nonostante "l'aggressione russa sul suo territorio", ha dimostrato che il suo sistema è "robusto e affidabile" tanto che nessuna compagnia energetica europea ha rivolto reclami nei suoi confronti.
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