Secondo i sindaci promotori dell'iniziativa, queste nuove regole costituiscono "una reale minaccia per gli abitanti delle nostre città". Se Bruxelles e i governi dei 28 non faranno nulla per garantire la salute pubblica e daranno invece alle case automobilistiche "il permesso di inquinare", i sindaci sono pronti a ricorrere alle vie giudiziarie, inclusa la Corte di giustizia europea. L'esecutivo Ue si difende spiegando che l'adozione dei test di emissioni reali su strada invece di quelli in laboratorio già comporterà una "significativa riduzione" degli inquinanti prodotti dalle auto. "L'attuale media del 400% in più (rispetto ai limiti stabiliti dall'Ue, ndr) passerà al 110% da settembre 2017 e al 50% da gennaio 2020" riferisce una portavoce della Commissione europea. Dopo i test in condizioni reali per gli ossidi di azoto arriveranno quelli per il particolato e "proporremo che la performance in termini di emissioni delle auto sia indicata nel suo certificate di conformità, quindi sarà trasparente per il consumatore" aggiunge la portavoce.
"I sindaci in Europa sono in prima linea nella lotta contro l'inquinamento dell'aria, ma per riuscire hanno bisogno che vengano fatte rispettare regole comuni forti" sottolinea invece Pieter de Pous, direttore delle politiche della European Environmental Bureau (EEB), che riunisce 140 ong in Europa, fra cui l'italiana Legambiente. "L'iniziativa dei sindaci è una bella notizia specie per l'Italia, il Paese con oltre 60mila morti premature l'anno a causa dell'inquinamento dell'aria" afferma Anne Stauffer, vicedirettore dell'organizzazione europea ambientalista Health ad Environment Alliance (Heal). "Speriamo che altre città italiane, come Roma, si uniscano a Milano" aggiunge Stauffer, che invita il premier Matteo Renzi e altri politici "ad ascoltare questo appello urgente e a migliorare la qualità dell'aria".
L'Italia è già nel mirino di Bruxelles su questo fronte, con due procedure d'infrazione tuttora aperte: una per il superamento dei limiti delle polveri sottili (Pm10) fra 2008 e 2012, in 19 zone di dieci regioni e un'altra per i valori del biossido di azoto (NO2), in 15 zone di sette regioni. (ANSA)
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