BRUXELLES - Dal rischio di implosione dell'area Schengen, sotto la pressione dei flussi migratori e la minaccia del terrorismo, alla Brexit, al rischio tenuta del mercato unico: il presidente del consiglio europeo Donald Tusk nel suo intervento alla plenaria del Comitato europeo delle Regioni ha affrontato il tema delle principali sfide che stanno di fronte all'Ue. "Il regionalismo è un forte antidoto per nazionalismi e separatismi": Regioni ed enti locali, dalle isole greche a Calais, da Colonia a Dunkerque, sono "centrali" e sono "in prima linea" per affrontare queste sfide, afferma Tusk.
Il presidente del consiglio europeo si è poi soffermato sulla questione Schengen e portando l'esempio del Tirolo, ha affermato: "Non vogliamo che ci siano frontiere interne tra Austria e Italia. Abbiamo bisogno di un'Europa senza frontiere. E noi lottiamo per questo". E ancora ha citato la Sicilia come esempio di una terra "dove diverse culture convivono in pace e prosperità tra loro".
Il dibattito su come affrontare queste grandi sfide rappresenta "una discussione su di noi, sul significato dell'Europa", su come sopravvivere "con i nostri valori, a radicalismi ed estremismi", ha sottolineato Tusk. Nell'affrontare le sfide che stanno di fronte "dobbiamo avere grande coraggio, grande immaginazione, e non farci illusioni", ha incalzato, invitando governatori e sindaci "a far sentire la propria voce" in sostegno dell'Ue.
Tusk ha inoltre annunciato che a partire dal consiglio europeo di marzo, col presidente del Comitato europeo delle Regioni Markku Markkula, ripristinerà un dialogo con i territori.
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