"Le pmi attive nel settore della difesa sono chiave per permettere innovazione e crescita, e giocano anche un ruolo fondamentale nella complessa catena di forniture per la difesa in Europa", ha spiegato il commissario Ue, secondo cui "il clustering può aiutare le pmi a diversificarsi in nuovi mercati, e a sfruttare sinergie tra i settori della difesa e civile". E questo risultato, ha sottolineato, si può raggiungere "sviluppando nuovi prodotti civili basati su tecnologie e materiali che hanno la loro origine nel settore della difesa o viceversa".
Secondo i dati di Bruxelles, rispetto al passato in cui erano le tecnologie militari che venivano 'passate' al settore civile - come per esempio Internet o il Gps - la tendenza si è invertita, e ora la maggior parte delle pmi che operano nella difesa generano già tra il 39% e il 62% delle vendite sul mercato civile. I confini tra i due settori si stanno quindi facendo sempre più mobili, moltiplicando così le possibilità di affari 'dual-use' per le imprese. La Commissione Ue ha quindi sviluppato una serie di programmi di finanziamento (Cosme, Horizon 2020 e i fondi strutturali e d'investimento, Esif) per il periodo 2014-2020, aperti a imprese ma anche a regioni, istituti o enti locali. Spetta a questi attivarsi e fare domanda, ma Bruxelles, con la pubblicazione delle linee guida informative, eventi e campagne d'informazione, intende aiutare imprese e autorità locali a sfruttare le possibilità che l'Ue offre per sviluppare il settore.
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