(di Lucia Sali) - Almeno per ora
niente roaming a costo zero, che dovrà aspettare se va bene sino
al 2018, ma bisognerà accontentarsi da metà 2016 di un numero
molto limitato di sms, chiamate e dati alla tariffa nazionale
più un ulteriore taglio dei costi extra. La Net neutrality viene
garantita, ma agli operatori, a condizione che garantiscano
l'accesso a internet, viene lasciato un margine per accordi sui
servizi speciali come auto connesse o salute. E' su questi punti
chiave che dopo un anno di scontri i 28 hanno trovato un
compromesso, su cui l'Italia ha "espresso una posizione molto
critica" ritenendolo "poco ambizioso", e hanno dato mandato alla
presidenza lettone dell'Ue di avviare i negoziati con
l'Europarlamento. Questo è già sul piede di guerra e con una
posizione molto distante. E se gli operatori così guadagnano
tempo, anche per loro restano diversi punti critici, primo fra
tutti l'assenza di nuove regole per lo spettro, senza di cui il
mercato unico digitale resta lontano. La proposta della
presidenza lettone, che ha fatto del digitale la sua priorità, è
riuscita a vincere le resistenze contro cui si era scontrata la
presidenza italiana. A cambiare le carte in tavola l'opinione
dei regolatori Ue del Berec arrivata a metà dicembre, che media
tra le preoccupazioni delle autorità tlc dei 28, e a cui Riga ha
fatto riferimento. Oltre a un sostegno più solido della
Commissione Ue, non più depotenziata dal cambio della guardia e
che con il nuovo commissario Oettinger a gennaio ha dato una
scossa ai ministri convocando una cena ad hoc per smuovere le
acque. Ma soprattutto un testo "meno ambizioso" di quello
presentato a suo tempo dalla presidenza italiana, che però ha
rassicurato i paesi medio-piccoli che avevano il timore di un
effetto boomerang sui mercati nazionali. La soluzione trovata al
rompicapo economico e politico del roaming è però ancora tutta
da vedere: nel testo attuale non è stata ufficialmente fissata
la quantità minima garantita di sms, chiamate e dati a tariffa
nazionale, perché dovrà essere negoziata con l'Europarlamento.
La proposta dei 28 però punterebbe ad appena 5 sms, 5 minuti di
chiamate effettuate e 5 ricevute, e 5 Mb di dati giornalieri non
cumulabili per un massimo di 7 giorni l'anno. Gli eurodeputati,
che si sono giocati la campagna elettorale adottando una
proposta per lo 'zero roaming' a Natale 2015, hanno quindi già
annunciato battaglia, dalla relatrice Pilar Del Castillo alla
relatrice ombra Patrizia Toia che ha giudicato "inaccettabile"
il rinvio, mentre per il leader dei liberaldemocratici Guy
Verhofstadt "gli stati membri dovrebbero morire dalla vergogna"
perché così "gli unici vincitori sono gli operatori telecom
nazionali". L'Aula di Strasburgo è su posizioni diverse anche
per la net neutrality, non consentendo la possibilità di accordi
separati per i servizi altri dall'accesso a internet. Un
approccio ritenuto controproducente dall'industria, per cui il
testo lettone rappresenta una "posizione più equilibrata", anche
sul fronte del roaming, ma "dal punto di vista dell'innovazione
e degli investimenti resta una serie di aspetti critici". Con
una moltitudine di interessi contrastanti in campo, l'esito
della partita tlc resta aperta più che mai. Prossima puntata, il
primo negoziato tra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue verso
metà mese.
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