L'Italia deve sfruttare
l'incontro dei ministri dei 28 di fine mese per chiudere il
dossier sul 'made in'. E' l'invito del vicepresidente
dell'Europarlamento ed ex commissario all'industria Antonio
Tajani, 'papà' della proposta legislativa che tutela la
sicurezza dei prodotti non alimentari introducendo un'etichetta
di origine del paese in cui questi vengono realizzati.
"Il prossimo 28 maggio, alla riunione del Consiglio Ue
competitività, il governo italiano può cogliere una grossa
opportunità per le nostre imprese, portando a casa il nuovo
regolamento sul 'made in'", ha affermato Tajani in un'intervista
a 'Libero', ricordando che "trattandosi di un regolamento non di
una direttiva entrerebbe immediatamente in vigore e
consentirebbe subito di arginare, sul piano della qualità e
della sicurezza, la concorrenza sleale di prodotti provenienti
da pesi come al Cina".
Inoltre, secondo l'ex vicepresidente dell'esecutivo Ue, "se
riusciremo ad approvare la normativa sul 'made in' saremo più
forti anche nella trattativa con gli Usa per la definizione del
nuovo trattato commerciale transatlantico", il Ttip. Il dossier,
dopo l'ok dell'Europarlamento, è da tempo bloccato al Consiglio
per l'opposizione di diversi paesi del Nord tra cui la Germania.
"Il governo sa che tutte le forze politiche sono a favore del
'made in' e che ci sono tutte le condizioni per ottenerlo, ma se
l'Italia conto poco in Europa non possiamo dare la colpa alla
signora Merkel", ha criticato Tajani, "l'Italia ancora non si è
resa conto che Bruxelles è una capitale dove bisogna essere
presenti in maniera sistematica".
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