Lo sventato attentato
informatico contro l'Agenzia per la proibizione delle armi
chimiche (Opac), e l'ondata di cyberattacchi denunciato da
Olanda e Gran Bretagna nei giorni scorsi, hanno dato nuovo
impulso, nell'Ue, alla volontà di prevedere un meccanismo di
sanzioni contro questo tipo di attività. Si punta ad un sistema
sulla falsariga di quello che lunedì sarà adottato al consiglio
Affari Esteri, a Lussemburgo, sull'uso delle armi chimiche,
varato dopo il caso dell'avvelenamento a Salisbury dell'ex spia
doppiogiochista Serghiei Skripal e di sua figlia Julia.
In questo quadro, Olanda, Gran Bretagna, Estonia, Finlandia,
Lituania, Lettonia e Romania hanno preparato un documento
ufficioso ('non paper') per accelerare il lavoro condotto dal
Servizio europeo per l'azione esterna (Seae). L'obiettivo è
riuscire a raggiungere un'intesa sul provvedimento prima del
marzo 2019. La questione sarà discussa sia al consiglio Esteri
europeo di lunedì, che a quello Affari generali, per approdare
sul tavolo dei 28 leader al summit di giovedì.
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