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Industria: progetto Superba Carmagnani per depositi costieri

Portandoli dall'area di Multedo agli spazi dell'ex centrale Enel

19 settembre, 16:24
(ANSA) - GENOVA, 19 SET - Trasportare i depositi costieri di Superba e Carmagnani dall'attuale area di Multedo, agli spazi lasciati liberi dall'ex centrale Enel, circa 60mila metri quadrati sull'ex ponte idroscalo, che potrebbero ospitare le attività delle due imprese riportando traffici che, attualmente, si sono spostati verso Marsiglia o Livorno. E' questo il progetto presentato da Carmagnani e Pir, petrolifera Italo Rumena, proprietaria di Superba, per la delocalizzazione dei depositi costieri. Un progetto del valore di circa 40 milioni di euro, interamente finanziato dai privati, per il quale è stata presentata istanza di concessione all'autorità di sistema portuale e che permetterebbe il mantenimento, a Genova, di un'attività che, attualmente, da lavoro a circa 60 dipendenti, oltre a una ventina di persone impegnate nell'indotto. "Noi siamo con le spalle al muro - spiega Guido Ottolenghi, amministratore delegato di Pir - e non abbiamo più alternative.

Sono 30 anni che si cerca l'area giusta, in collaborazione con le istituzioni e si sono analizzate tantissime aree diverse.

Questa è stata individuata dalle istituzioni alla fine 2013 proprio perché aveva caratteristiche tecniche compatibili con la nostra attività e aveva il pregio di liberarsi con la cessazione attività della centrale Enel quindi per noi quella è l'area principale ed è l'unica sulla quale siamo focalizzati". Insomma, i depositi sotto alla Lanterna sembrano essere l'unica strada possibile per proseguire le attività anche perché "i depositi attuali stanno perdendo efficienza economica - prosegue Ottolenghi - e anche la manutenzione straordinaria e' vietata dal piano regolatore". Adesso si attende una risposta da parte delle istituzioni anche se non manca una "coda" polemica con il gruppo Spinelli, con il quale era stata avviata un'alleanza per acquisire, assieme a Msc, tutta l'area del Terminal Rinfuse, circa 200mila metri quadrati. "Sono state le istituzioni a suggerirci di guardare globalmente alle aree, quindi, abbiamo negoziato dall'ottobre 2016 a giugno di quest'anno una possibile soluzione concorde che purtroppo non abbiamo trovato". L'ipotesi prevedeva l'espansione sia da parte del gruppo Spinelli sia di Msc delle attività di container rotabili. Al centro Pir avrebbe realizzato un polo di rinfuse con una parte dedicata a quelle liquide e una parte a quelle solide non più carbone ma alimentari. "Una negoziazione fallita nostro malgrado - prosegue Ottolenghi - e noi non sappiamo perché è fallita". (ANSA).

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