Moria di animali marini in Cile, Greenpeace chiede indagine

(ANSA) - ROMA, 17 MAG - Indagini e trasparenza sul disastro ambientale "di proporzioni inedite" che si sta consumando nel sud del Cile. È l'appello con cui Greenpeace ha lanciato una petizione online, indirizzata alla presidente Michelle Bachelet, affinché "fermi la catastrofe" in atto. L'organizzazione punta i riflettori sull'arcipelago di Chiloè, a circa mille chilometri a sud di Santiago, alle prese con "uno dei disastri ambientali più gravi della storia del Paese". Solo nell'ultimo mese, denunciano gli attivisti, "migliaia di animali marini, tra cui uccelli, granchi e foche sono stati trovati a riva, morti sulle spiagge in concomitanza con il fenomeno noto come 'marea rossa', una fioritura incontrollata di alghe tossiche" che potrebbe essere stata favorita dall'intensità di El Nino, fenomeno climatico che consiste nell'innalzamento della temperatura superficiale delle acque del Pacifico. Un disastro, proseguono gli attivisti, che è anche "sociale" in quanto la pesca nella zona è stata vietata provocando proteste da parte di pescatori e comunità locali. Nei giorni scorsi la presidente Bachelet ha nominato un ministro ad hoc per gestire la crisi e ha istituito un comitato scientifico che cercherà di chiarire cosa stia accadendo. La situazione, aggiunge Greenpeace, "è precipitata dopo che oltre 9 mila tonnellate di salmoni in stato di decomposizione sono state gettate al di fuori dell'area di allevamento, nella regione di Los Lagos, a sole 75 miglia dalla città di Ancud, senza che i cittadini ne fossero a conoscenza". In missione in Cile per documentare il disastro, gli attivisti affermano che in base a quanto emerso inizialmente "sembra che gli effetti negativi causati dal settore dell'allevamento del salmone (come ad esempio l'elevata presenza di antibiotici e sostanze chimiche) siano evidenti in questa faccenda".(ANSA).