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Venezia e crociere: Confcommercio, equilibrio possibile

Con Federagenti-Assorporti per salvaguardia città e turismo

09 dicembre, 19:25
Venezia: grandi navi [ARCHIVE MATERIAL 20140927 ] Venezia: grandi navi [ARCHIVE MATERIAL 20140927 ]

(di Cinzia Conti) (ANSA) - ROMA, 9 DIC - L'ultimo degli appelli per dire no alle grandi navi nella Laguna è arrivato da Gabriele Muccino che su Change.org ha raccolto 102 firme, ma prima si sono schierati molti altri, da Adriano Celentano a Cate Blanchett, da Calvin Klein al premio Nobel Vidia Naipaul. Dall'altra parte della barricata le associazioni di categoria del commercio, della portualità e dello shipping sono convinte che il porto di Venezia, che con i suoi dieci terminal attrae ogni anno 2 milioni di passeggeri, rappresenti una risorsa economica fondamentale per la città e per tutto il territorio e deve continuare a mantenere il ruolo di primo home port nel Mediterraneo per le crociere. Lo spinoso dibattito è sbarcato oggi a Roma, dove Confcommercio e Federagenti hanno organizzato il convegno "Venezia e crociere l'equilibrio possibile" e assieme ad Assoporti hanno firmato un protocollo per conciliare l'interesse primario di tutelare Venezia, con il mantenimento in laguna di una importante base per il traffico crocieristico e il fine di rendere questa attività un valore aggiunto per la città. "I presidenti di Assoporti, Confcommercio e Federagenti - si legge nel documento che arriverà sui tavoli del premier Matteo Renzi, del ministro dei Trasporti Maurizio Lupi e dell'Ambiente Gianluca Galletti - sollecitano il Governo a individuare in tempi brevissimi una soluzione condivisa che, anche vietando in modo definitivo alle grandi navi da crociera il canale della Giudecca e quindi il transito davanti a San Marco, consenta di compenetrare le esigenze di tutela e di salvaguardia di Venezia, con quelle di sopravvivenza di un'attività economica e turistica in forte espansione nell'ottica comune della conferma del ruolo storico e dell'unico identikit incontestabile di Venezia: che è quello di essere una città-porto".

"La laguna di Venezia è sempre stata un porto e un centro commerciale e di transito e quindi chiuderla al traffico delle grandi navi vuol dire fare una mossa distruttiva, ma anche antistorica. Noi vogliamo dire la nostra sulla necessità di mantenere il traffico in laguna pur comprendendo l'esigenza di evitare che le navi passino proprio davanti a San Marco.

Chiediamo che la politica intervenga velocemente anche perché, se Venezia chiude, l'intero Adriatico rischia la desertificazione e almeno 10 porti rischiano il tracollo", dice Michele Pappalardo, presidente di Federagenti.

"Venezia - spiega Francesco Rivolta, direttore generale Confcommercio - è il polo di attrazione e di riferimento per il traffico crocieristico dell'intera area mediterranea orientale.

Salvare Venezia vuol dire mantenerla viva, vuol dire salvaguardare tutto il suo patrimonio, quello della sua cultura e della sua storia, ma non meno quello della sua economia che l'ha resa grande".

"Il tempo è scaduto - dice all'ANSA Paolo Costa, presidente dell'Autorità portuale di Venezia - e ormai si è considerato e ponderato tutto ciò che si doveva. Se vogliamo mantenere la fiorente industria crocieristica italiana e al contempo salvaguardare la città, senza fare interventi molto più onerosi, lunghi e profondi, la soluzione è una sola: il canale Contorta sant'Angelo. Ma la soluzione deve essere decisa e messa in opera velocemente altrimenti i grandi player abbandoneranno Venezia come hub e non sarà possibile tornare indietro".

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