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''Com'è profondo il mare'', viaggio nellla più grande discarica del pianeta

Libro inchiesta di Nicolò Carnimeo sul livello di inquinamento dei nostri mari

16 febbraio, 11:24
rifiuti di plastica raccolti in mare rifiuti di plastica raccolti in mare

(ANSA) – GENOVA, 16 FEB – ‘’Una mattina, all’alba, in mezzo ai bianchi cumuli di spazzatura, in un’acqua cupa e stagnante, il capitano ha visto galleggiare una decina di tartarughe, alcune in fin di vita, altre già a pancia in su. Erano morte strozzate, o di fame, dopo una lunghissima agonia provocata dal blocco del tratto digestivo. Avevano scambiato i sacchetti di plastica per meduse’’: è una delle crude immagini descritte da Nicolò Carnimeo nel suo libro ‘’Come è profondo il mare’’ (ed. Chiarelettere), un'inchiesta che si legge come un romanzo sul livello di inquinamento dei nostri mari, un viaggio sconvolgente nella più grande discarica del pianeta, l’isola di plastica fluttuante negli oceani, ma anche nel Mediterraneo dove spiaggiano i capodogli avvelenati da un accumulo di mercurio e di tutta una serie di inquinanti, e dove il pesce che mangiamo è minacciato dalle sostanze tossiche contenute nei residui bellici della seconda guerra mondiale ma anche di conflitti più recenti come quello dei Balcani.

Al cantautore Lucio Dalla, legato alla Puglia e amante del mare come Carnimeo si ispira il titolo del libro. Il sottotitolo, ‘’La plastica, il mercurio, il tritolo e il pesce che mangiamo’’ racchiude il grido d’allarme del libro-reportage che conduce il lettore alla scoperta dell’ ‘’isola che non c’è’’ creatasi ‘’dove gli oceani, con un gioco di correnti, raccolgono le migliaia di tonnellate di plastica che gettiamo in mare e le compattano in giganteschi ammassi’’, un nuovo continente ‘’che muterà le regole della vita nel mare e la nostra’’ .Quanta plastica può tollerare il nostro organismo? Quanto mercurio c’è nel pesce che mangiamo? L’Adriatico è una discarica di tritolo? Perché meduse e alghe aliene invadono i nostri mari? Da questa domande partono tre storie che Carnimeo ha scritto navigando oltre le rotte convenzionali nel mare di plastica, nel mare di mercurio e nel mare di tritolo. Tre storie che Carnimeo ha scelto perché ‘’rappresentano la metafora più straordinaria della nostra esistenza, o meglio, del modo in cui abbiamo scelto di vivere’’.

‘C’è però chi non ci sta a lasciare questa pesante eredità alle generazioni future e che si impegna in prima persona. Sono il messaggio di speranza che l’autore, nella sua ‘’analisi lucida di uno scenario reale’’, come scrive nella prefazione lo scrittore Predrag Matvejevic, vuole lasciar trasparire. Nicolò Carnimeo insegna Diritto della navigazione e dei trasporti all’Università di Bari. Dopo un viaggio in Nigeria e Malesia ha scritto “Nei mari dei pirati” (Longanesi). Ha anche pubblicato il libro “Montenegro, viaggio senza tempo” (Giorgio Mondadori). Collabora con “Limes”, “La Stampa”, “il Fatto Quotidiano”, “La Gazzetta del Mezzogiorno” e la trasmissione LINEA BLU (Rai1).

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