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Vela: dodici donne sfidano la Volvo Ocean Race

Giro del mondo a vela al via domani da Alicante

10 ottobre, 17:29
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 Di Cristina Re -(ANSA) – ALICANTE (SPAGNA), 10 OTT – Nell'arco di nove mesi, per intere settimane, vivono in uno spazio di soli 20 metri quadrati, mangiano cibo liofilizzato, bevono acqua dissalata, condividono sacco a pelo e cuccette, si alternano in turni di quattro ore, issano vele da 300 chili, affrontano condizioni di mare estreme: sono le donne di team SCA, la barca 'rosa' della Volvo Ocean Race, il giro del mondo a vela a tappe e in equipaggio che prenderà il via domani da Alicante. E' il primo equipaggio femminile dal 2001 che partecipa alla regata oceanica considerata dai velisti la più dura e la più difficile, l'everest della vela, arrivata alla dodicesima edizione. Daranno battaglia per quasi 39 miglia nautiche, tra mille insidie, dai ghiacci dell’Oceano Australe, fino agli inaspettati cicloni tropicali dell’Oceano Indiano, assieme ad altri sei team tutti maschili: Team Brunel, Abu Dhabi Ocean Racing, Dongfeng Race Team, Team Alvimedica, Team Vestas, Team MAPFRE.

L'equipaggio di Team Sca, sostenuto da una multinazionale leader nei prodotti dell'igiene e con l'80% di clientela femminile, è composto da undici donne, tre in più rispetto agli uomini, per compensare la differenza di forza fisica, più una 'on board reporter', giornalista imbarcata, e altre due di riserva a terra. Ma questa è l'unica differenza. Stessa barca (rosa per team SCA), il monotipo Volvo ocean 65, risultato anche dell'eccellenza made in Italy (lo scafo in carbonio e altre componenti essenziali sono state prodotte da aziende italiane), stessa passione, stessa determinazione, stesso coraggio. Tre di loro sono mamme di bimbi intorno ai tre anni, sei sono sposate, sette sono single o compagne di velisti. Tre sono americane, cinque sono inglesi, tre australiane, due svizzere, una olandese. Diverse per estrazione, nazionalità e temperamento, oltre a saper navigare devono dimostrare un grande spirito di squadra. E far prova di una grande resistenza: dormire per poche ore sottocoperta in cuccette legate con una cinghia in mezzo ad un rumore assordante, a causa delle onde che si infrangono sullo scafo e con risvegli continui per via delle manovre o quando la barca vira per trasferire i carichi sull'altro bordo. Il dispendio energetico è enorme, ad ogni tappa si possono perdere fino a cinque chili.

La selezione è avvenuta fra 240 candidature presentate (5 erano italiane). La più giovane è la svizzera Justine Mettraux, 28 anni (con lei anche la sorella Elodie, 30), le più anziane sono l'inglese Dee Caffari e l'olandese Carolijn Brouwer, timoniere, mamma di un bimbo di tre anni e mezzo. “I bambini sono preparati ad affrontare la nostra assenza – spiega Carolijn -. Il mio starà con mio marito, velista pure lui, una bravissima tata, e i nonni ovviamente. Certo è difficile, oggi soprattutto con i vari preparativi della partenza. Porto con me una foto ma non la guarderò. Lo tengo nei miei pensieri. Ma sono tranquilla perchè so che lui starà bene, mi raggiungerà durante le soste tra una tappa e l'altra. Questa è per me una opportunità unica e penso che questo lo renderà comunque una persona più ricca nella sua vita”. Anche le inglesi Sam Davies, la skipper, e Abby Ehler, capitano, hanno bimbi di due anni a cui faranno da ''mammi'' i papà. Vita da veliste.

Team manager della squadra è Richard Brisius, co-fondatore della Atlant Ocean Racing, con un passato di successi proprio nella Volvo Ocean Race. “Ora sono in piena forma dopo il lungo periodo di allenamenti e preparazione – spiega -. Ma durante la navigazione la forma fisica incomincia a calare e allora subentra la grande forza di volontà. Importante è l'alimentazione, che è stata studiata con un medico e una nutrizionista e prevede l'assunzione di 5-6 mila calorie al giorno''. Guanti per pulire il corpo, cuffie preumidificate al posto dello shampoo fornite dallo sponsor. “Credo che saremo il team in assoluto più pulito” dice Sam Davies.(ANSA)

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