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Nautica: Ucina, la lettera delle aziende che se ne vanno

Decisione sofferta, non ci sentiamo più rappresentati

25 marzo, 21:38
Nautica: Ucina, la lettera delle aziende che se ne vanno Nautica: Ucina, la lettera delle aziende che se ne vanno

(ANSA) - GENOVA, 25 MAR - "Vi scriviamo per comunicarvi la nostra decisione, particolarmente sofferta, di uscire dall'Associazione e per spiegare a voi, cari Colleghi, prima che ad altri, le ragioni di tale decisione. Da tempo ormai non ci sentiamo più rappresentati da UCINA, pur essendo le nostre aziende realtà di rilievo in termini di valore - non solo economico - per la storia, la dimensione, l'importanza e il prestigio internazionale della Nautica Italiana": inizia così la lettera in cui dieci aziende di Ucina annunciano la decisione di uscire dall'associazione.

"Non ci sentiamo rappresentati, in primo luogo, - prosegue la lettera - in quanto non è più possibile trovare all'interno dell'Associazione un terreno aperto al dibattito, elemento indispensabile per prendere in considerazione un cambiamento di orizzonte e di operatività che, prevalendo su posizioni individuali, dovrebbe mirare all'interesse collettivo. Alcuni di noi hanno avanzato proposte costruttive per un'evoluzione dell'Associazione, che sono state messe in discussione per la forma invece di essere valutate nella sostanza e affrontate in un dibattito privo di pregiudizi, che sembra non essere più percorribile nemmeno in seno al Consiglio. Non siamo disposti ad alimentare una dinamica controproducente per tutto il Settore attraverso un'Associazione spaccata in opposte fazioni. Esprimiamo interessi molteplici, ma non è dividendoci in opposte fazioni che daremo risposta a tali varietà di esigenze; l'obiettivo di un'Associazione di categoria deve essere e rimanere il perseguimento del mutuo interesse. Non saremo noi a rappresentare una di queste fazioni.".

"Riteniamo inoltre - prosegue la lettera - che il fine dell'Associazione non possa e non debba essere incentrato in via prevalente all'organizzazione del Salone Nautico di Genova. La Nautica Italiana, di cui ogni Azienda associata, a prescindere dalla dimensione e fatturato, è eccellente espressione, si merita ben di più: un'azione illuminata che dovrebbe diventare efficace a livello nazionale ed internazionale, come quelle di altre Associazioni omologhe in altre categorie".

 "Ci teniamo a precisare - scrivono ancora i firmatari della lettera - che la nostra scelta di uscire dall'Associazione non ha nulla a che vedere con la partecipazione al prossimo o ai futuri Saloni di Genova; questa decisione rimarrà a discrezione delle singole Aziende associate e non. La Nautica Italiana, con tutte le sue aziende piccole o grandi che siano, rappresenta uno dei fiori all'occhiello del nostro straordinario Paese che tutti noi, col nostro lavoro quotidiano, cerchiamo di difendere e promuovere nel Mondo".

RInfine, riguardo alla candidatura di Carla De Maria (Montecarlo Yacht , gruppo Beneteau) : "Troviamo incongruente il fatto che UCINA, e quindi il Made in Italy, possa essere rappresentata da un manager, per quanto preparato e rispettabilissimo, che è espressione organica di un importante gruppo straniero che ha solo minimi interessi in Italia ed i cui stabilimenti produttivi, livelli di impiego e creazione di indotto sono concentrati in un Paese concorrente del Sistema Italia. Che credibilità avremmo all'estero? Per queste ragioni, abbiamo deciso di rassegnare le nostre dimissioni dall'Associazione. Con il rammarico per il risultato, ma l'orgoglio e la consapevolezza di aver promosso un'azione per il bene comune della Nautica Italiana, la scelta di lasciare per non voler dividere, che - ne siamo certi - molti di voi apprezzeranno, è un gesto di saggezza e di rispetto per tutte le aziende, gli imprenditori e i manager di questo comparto".

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