Belgrado ha reagito duramente al
rifiuto del consiglio di sicurezza dell'Onu di inserire
nell'ordine del giorno un dibattito sul 25/mo anniversario dei
bombardamenti Nato contro la Serbia, come richiesto dalla
Russia. "E' sorprendente che alcuni non vogliano ascoltare la
verità su quanto avvenuto 25 anni fa", ha detto il ministro
degli esteri serbo Ivica Dacic parlando ai giornalisti al
Palazzo di Vetro a New York.
"Siamo venuti qui non per parlare dei rapporti fra Russia,
America e Francia, ma dell'aggressione alla Jugoslavia sferrata
senza il mandato di questo organismo e che ha rappresentato un
precedente", ha aggiunto Dacic secondo il quale
"quell'aggressione rimarrà sempre un crimine che non potremo
dimenticare". Solo tre Paesi - Russia, Cina e Algeria - hanno
votato a favore del dibattito sui raid alleati della primavera
1999 contro la Serbia di Slobodan Milosevic che posero fine alla
guerra del Kosovo, gli altri 12 Paesi membri si sono astenuti. I
bombardamenti che scattarono la sera del 24 marzo 1999 su ordine
dell'allora segretario generale della Nato Javier Solana. Dacic
è tornato a denunciare con forza la violazione del diritto
internazionale da parte dell'Occidente contro la Serbia, con
l'obiettivo di privarla del Kosovo. Di "vergogna" per il
consiglio di sicurezza ha parlato il rappresentante permanente
russo presso le Nazioni Unite Vasili Nebenzja, per il quale i
Paesi Onu che bombardarono la Serbia nel 1999 non hanno voluto
parlarne in un pubblico dibattito. A opporsi a tale dibattito in
consiglio di sicurezza è stato in particolare il rappresentante
francese. "La Russia utilizza in modo cinico l'intervento armato
del 1999 per giustificare la sua guerra contro l'Ucraina e la
politica aggressiva in Georgia nel 2008 e in Crimea nel 2014",
ha detto il diplomatico di Parigi.
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