Quotidiano Energia - Il Governo di Londra moltiplica le ambizioni della “green industrial revolution” del Regno Unito, che dovrebbe accelerare il percorso verso la decarbonizzazione del Paese entro il 2050 ma soprattutto rinvigorire un’economia duramente provata dal Covid e dalla Brexit.
Ieri, a meno di due settimane dall’inizio della conferenza sul Clima Cop 26 che si terrà a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre, il primo ministro Boris Johnson ha lanciato la “Net Zero Strategy”, che conferma e rafforza il Piano in 10 punti per la transizione presentato l’anno scorso. E se il Piano prometteva di mobilitare 12 miliardi di sterline e creare 250.000 posti di lavoro al 2030, la Strategia alza l’asticella degli investimenti stimati a 90 mld £ e dei nuovi occupati a 440.000.
Tutto questo, secondo Johnson, dovrebbe essere raggiunto con finanziamenti pubblici aggiuntivi per circa 5,3 mld £.
In dettaglio, la quota maggiore (3,9 mld £) andrà alla decarbonizzazione degli edifici, incluso un programma da 450 milioni £ per il miglioramento dell’efficienza delle caldaie, mentre ulteriori 970 mln £ saranno stanziati per la mobilità elettrica e 500 mln £ per progetti innovativi nelle tecnologie verdi.
Downing Street ha inserito poi nelle strategia i Saf (sustainable aviation fuel), ai quali sono dedicati 180 mln £ che dovrebbero consentire di arrivare al 2030 con il 10% di carburanti sostenibili utilizzati nel settore aereo.
L’Esecutivo britannico punta inoltre sull’idrogeno e la Ccs, cui andranno altri 140 mln £ in particolare per la decarbonizzazione dei cluster industriali Hynet e Teesside, in cui partecipa anche l’Eni. E proprio il gruppo italiano ha reso noto oggi che Hynet è stato inserito da Londra tra i progetti di Ccus in “Track 1 che partiranno entro il 2025.
Eni UK, capofila del consorzio per Hynet, potrà così “accelerare la realizzazione del progetto che diverrà una delle prime infrastrutture di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica (Ccs) del Regno Unito”, sottolinea un comunicato del Cane a sei zampe, che opererà il trasporto e lo stoccaggio della CO2 nei propri giacimenti a gas depletati nella Baia di Liverpool.
“Eni UK, in collaborazione con il Governo britannico, definirà le condizioni di un nuovo modello di business regolato che ha come scopo la gestione delle infrastrutture per il trasporto e lo stoccaggio di CO2 entro il 2025”, aggiunge il comunicato.
Tornando alla Net Zero Strategy, al nucleare sono dedicati 120 mln £ di risorse aggiuntive per lo sviluppo di nuovi progetti, senza specificare esattamente quali. “Restano numerosi siti ottimali, incluso quello di Wylfa nell’Anglesey”, si limita a precisare una nota.
Il progetto di Wylfa per due reattori Abwr da 1.300 MW ciascuno era stato inizialmente sviluppato da E.ON e Rwe e quindi acquistato da Hitachi, che ha tuttavia rinunciato all’iniziativa l’anno scorso. Secondo indiscrezioni, al sito gallese sarebbe ora interessato un consorzio statunitense.
La Strategia, che prevede anche 124 mln £ di risorse aggiuntive per la riforestazione, porterà assieme al Piano in 10 punti a finanziamenti pubblici complessivi per 26 mld £, cui si aggiungono oltre 5,8 mld £ di investimenti esteri in progetti green già annunciati. Tra questi 200 mln £ che Bill Gates, attraverso Breakthrough Energy Catalyst, ha promesso oggi in un incontro con Johnson.