Quotidiano Energia - “Ancora una volta la mancanza di progetti autorizzati ha portato a un’asta con offerte inferiori al contingente, mentre continua ad accumularsi l’arretrato di capacità rinnovabile non assegnata in Italia”. E’ il grido d’allarme lanciato ieri da WindEurope, che, a fronte di una capacità di oltre 3.300 MW ad asta nel Gruppo A del settimo bando del DM Fer 1, rileva l’assegnazione di appena 975 MW di progetti utility scale, di cui 392 MW eolici onshore.
“L’Italia è il principale esempio in Europa di come un cattivo sistema autorizzativo porti a un basso livello di energie rinnovabili”, ha affermato in una nota il ceo dell’associazione, Giles Dickson, secondo il quale “non servono né l’obiettivo Ue al 2030 per le rinnovabili né gli obiettivi nazionali dell’Italia per l’eolico se non ci sono abbastanza progetti autorizzati in grado di partecipare alle aste”.
WindEurope rileva che “una quantità impressionante di progetti è attualmente bloccata nelle procedure burocratiche”, perché “per ottenere un permesso per un parco eolico onshore servono in media 5 anni a causa di colli di bottiglia strutturali”. Di conseguenza, “la tecnologia menzionata nella domanda di autorizzazione diventa spesso obsoleta, con i produttori che potrebbero non produrre nemmeno più quei modelli di turbine”.
L’Italia, conclude Dickson, “deve risolvere urgentemente il nodo permitting: nessun altro Paese europeo ha più problemi dell’Italia nell’autorizzazione di nuovi parchi eolici”.
Ma se nel nostro Paese le rinnovabili stentano a decollare, nel resto del mondo le prospettive appaiono rosee, come dimostrano i dati sui Ppa sottoscritti nel 2021 e le previsioni sullo sviluppo del solare nel 2022, diffusi da Bnef e SolarPower Europe rispettivamente.
Per i Ppa, Bnef contabilizza l’anno scorso un nuovo record a 31,1 GW, quasi il 24% in più rispetto al precedente primato del 2020 (25,1 GW) e pari ad oltre il 10% di tutta la capacità da Fer aggiunta a livello globale nel 2021.
Ppa sono stati sottoscritti l’anno scorso da 137 società in 32 Paesi, con le Americhe che hanno rappresentato due terzi del totale: 20,3 GW di cui 17 GW negli Usa. L’Europa ha raggiunto gli 8,7 GW, con la Spagna e i Paesi scandinavi in testa, mentre l’Asia non è andata oltre i 2 GW.
Le società più attive nei Ppa si sono confermate quelle tecnologiche, con Amazon sul podio per il secondo anno consecutivo (con 6,2 GW) seguita da Microsoft (6,1 GW). Lato fornitori, primeggiano Aes (poco meno di 3 GW), Engie (2,1 GW) e Orsted (1,3 GW).
Quanto al FV, SolarPower Europe prevede che la capacità mondiale supererà questa primavera il muro dei 1.000 GW, per raggiungere a fine anno i 1.100 GW. L’associazione sottolinea che la capacità solare globale, che nel 2012 ammontava a circa 100 GW, è cresciuta in modo esponenziale grazie anche a una riduzione dei costi del 90% tra il 2009 e il 2021.