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Rifiuti: Fise, sud senza impianti, pagano i contribuenti

Redazione ANSA ROMA
(ANSA) - ROMA, 27 OTT - Raccolta differenziata e tasso di riciclo in Italia restano ancora lontani dagli obiettivi europei, quasi un terzo dei rifiuti urbani finisce ancora in discarica. La carenza di un'impiantistica adeguata condanna le regioni del Sud Italia a portare in altre aree del Paese o all'estero quantitativi crescenti di rifiuti, scaricando sui propri cittadini elevati costi di gestione. Per colmare questo gap al sud saranno necessari investimenti per 5 miliardi di euro.

Sono questi i dati principali che emergono dell'analisi "Investimenti in economia circolare nel Mezzogiorno", presentata oggi a Rimini da Fise Assoambiente, l'associazione delle imprese dello smaltimento e riciclo dei rifiuti, nel corso di Ecomondo, la fiera della green economy.

Le raccolte differenziate sono ferme al Sud al 51%, contro il 61% della media italiana e il 70% del Nord. Oggi le regioni del Sud Italia raccolgono circa 2 milioni di tonnellate di rifiuti organici (98 kg per abitante). Ogni anno, proprio a causa della carenza di impianti, circa 900.000 tonnellate di questi rifiuti, circa il 45% dell'organico, lasciano queste Regioni.

Nel Mezzogiorno ci sono 75 impianti che trattano 1,3 milioni di tonnellate di materiali. Quasi tutti (67) svolgono tradizionale attività di compostaggio, mentre sono assenti impianti con tecnologie più moderne, in grado di sfruttare questi rifiuti per produrre biocarburanti ed energia elettrica.

Il conferimento discarica resta ancora decisamente elevato al Sud, con 2.850.000 tonnellate avviate a smaltimento (31% del totale gestito). Tra meno di 3 anni le discariche saranno sature e si rischierà di vivere una nuova fase acuta di emergenza rifiuti.

La produzione di energia da rifiuti con i termovalorizzatori è ancora residuale al Sud, dove operano solo 6 impianti (contro i 26 del Nord Italia e i 13 della sola Lombardia) che gestiscono circa 1 milione e 100mila tonnellate di materiali. (ANSA).

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