(ANSA) - ROMA, 24 APR - Il Coronavirus attacca principalmente
le vie respiratorie, ma "potrebbe essere in grado di colpire
anche altri organi: se infatti le cellule bersaglio primarie per
il Covid-19 sono quelle epiteliali del tratto respiratorio, la
penetrazione del virus nell'organismo non sempre si manterrebbe
limitata, determinando complicanze neurologiche. Per questo è
necessario non trascurare sintomi quali encefalite, stato
confusionale, convulsioni, alterazioni dello stato di coscienza,
perdita dell'olfatto o disturbi muscolari, potendo il virus
manifestarsi anche così". Lo afferma Luca Steardo, neurologo e
neurofarmacologo all'Università di Roma La Sapienza, che nella
sua pubblicazione sulla rivista scientifica 'Acta Physiologica',
accende il faro su farmaci e terapie in grado di neutralizzare
il virus o i suoi effetti neurologici.
"Nello studio di Covid-19 si fa ricorso a studi pregressi su
agenti virali collegati da un certo grado di parentela - spiega
l'esperto -. Dati clinici e preclinici di studi di altri
Coronarovirus suggeriscono una loro maggiore invasività
tissutale, dimostrando che i CoV, soprattutto quelli
appartenenti al sottotipo beta, famiglia del Covid-19, invadono
frequentemente il sistema nervoso centrale. L'alta identità tra
i CoV e il Covid 19, ad esempio SarsCoV1, lascia dunque
presumere che anche quest'ultimo ceppo possa colonizzare il
sistema nervoso centrale con uno scenario caratterizzato da
un'invasione dei centri cardio-respiratori e processi
neuroinfiammatori responsabili di gravi conseguenze quali
decadimento cognitivo, deficit di memoria e cali di attenzione".
Le segnalazioni di complicanze neurologiche da parte di
pazienti affetti da Covid-19 "sono in aumento - afferma Steardo
-. Per tali ipotesi, un trattamento anti-neuroinfiammazione
potrebbe aiutare i pazienti ad ottenere, in caso di guarigione,
una migliore qualità della vita". (ANSA).